di La Lurida twitter@lalurida
Che tè vai in Emiglia Romagna, no?, e vedi che va tutto bene… Ti fanno un czertificato in czinque minuti, la sanità vabene, i mediczi son simpaticzi, gli impiegati pubbliczi son competenti e ti trattan perfino bene e diczi: “ostiaaaaaa! che modello di regzione l’Emiglia Romagna”!… E cz’è subito un compagno ex piczi che ti ricorda che quel modello di Emiglia lì l’ha messa in piedi Pierluigzi. Bersani. “Dal ’93 al ’96”. E tè che in quel periodo lì faczevi più marchette che respiri, non czi credi micca. Lo guardi (il compagno ex pczi) e diczi, “Mo’ quel Pierluigzi lì?”, e lui ti risponde “Sì, quel Pierluigzi lì”. E tè rimani lì come una sema e diczi: “E dopo cosa cz’è suczesso?”, poi ti chiudi la bocca perchè i compagni ex pczi son come i catoliczi praticanti, son permalosi e se la legano al dito. Poi in Emiglia si mangzia da papi, mo’ quello lì non è micca merito di Bersani.
Così che tè ti dai conto (se non volevo scrivere sgramaticata, scrivevo su la trecani) che insomma quel’omino lì che adesso non ne dicze una gziusta cz’ha avuto anche dei momenti di gloria dove ha fatto delle cose de la madonna, tipo rimettere mano a una regzione che la prendon di esempio in mezzo mondo quella regzione lì – poi non cz’han a che fare con le zdore e le sbolferone (da “sbolfero”, colpo di vento freddo molto forte, deriva “sbolferona”: donna, solitamente ignorante come una bestia, che si dà molte arie) e poi si fa prendere la mano da un slogan che czi piacze tipo “smachiare il gzaguaro”, e tutta la trielina per lo smachiamento czi dà alla testa e pum! Masacrato il büs del gnao del PD nel 2013, con lo slogan aluczinogzeno, Bersani non s’è più tirato su, anche perchè in rapida suczesione cz’han fatto fuori la poltrona di segretario, in quella di primo ministro cz’han messo Letta e poi Renzi cz’ha vinto le primarie. Son sberle de la madonna che mazerebbero un criczeto. Figurati tè un Bersani.
Così che tra un referendum che ‘riva e non si capise cosa stai faczendo Pierluizgi, nè cosa diczi; una batuta a Renzi che non si capise cosa diczi; un Cuperlo che prima dicze sì e dopo dicze no e poi torna a dire sì; tè che diczi che te ne vai, e poi che stai anche lì; tutti i tuoi (che sarete rimasti in trediczi a balare l’alligalli) che fate un casino de l’ostia, mo’ non si capise dove volete andare che dite e straparlate e ridite e ristraparlate, e dio qui e dio là e un sacco di madonne che la nostra gzente non capise, che czi devi dire chi è la vostra gzente… Chè quei pochi che v’erano rimasti sono andati prima con Bertinotti e poi con Vendola. Poi mi devi provare a spiegare tre o quattro cose Pierluigizi perchè io quella roba lì che prima voti sì, micca solo una volta mo’ due o trè, e poi non ti va più bene, non la capisco: se è l’efetto trielina delo smachiamento gziaguarifero va bene, mo’ io non capisco. Così che, prima che mi dican che son ‘na vecchia troia venduta a Renzi, quando io son sì una vecchia troia, ma venduta a chi mi pagava meglio e chiamani sema, te lo dico con tutto il cuore: perchè non vai in un ricovero con due o tre rezdore della tua età e non ti fai insegnare a far la maglia, tanto problemi di soldi non cze n’hai, la cariera cze l’hai avuta, sei conosiuto, sei uomo politico da una vita, magari far la maglia ti rilassa…
A te e a noi. Poi farai quel che ti pare…
(10 novembre 2016)
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