di Giovanna Di Rosa
Paola Muraro è indagata da mesi, lo scrive il Corriere, e la sua iscrizione al registro degli indagati era nota da mesi, da prima della nomina ad assessore nella giunta di Virginia Raggi che se ne sarebbe fregata, pur essendo al corrente dell’iscrizione, e l’avrebbe nominata lo stesso. Si riassume qui il fallimento della balla chiamata “coerenza ed onestà” che il M5S ha usato come ariete contro i “partiti corrotti”, in particolare contro Il Pd. Posto che un avviso di garanzia, o un’iscrizione nel registro degli indagati, non è un’affermazione di consapevolezza, ma solo qualcosa che serve a chi indagato è a sapere di esserlo, proprio in nome della coerenza che il cialtronume a 5Stelle ha sempre venduto, la giunta di Virginia Raggi dovrebbe andare a casa e dovrebbero essere convocate subito nuove elezioni. A proposito di Muraro il Corriere scrive:
L’articolo del quotidiano prosegue soffermandosi anche sullo scandalo di Mafia Capitale, scandalo sul quale il M5S ha impostato la sua campagna elettorale, ed in particolare sulla natura dei rapporti tra Muraro e Salvatore Buzzi, che dal carcere aveva rilasciato una dichiarazione in difesa di Virginia Raggi:
Tutto questo non basta, perché i dimissionari – assessori e direttori generali – che se ne sono andati sbattendo la porta ed hanno lasciato la Sindaca delle Funivie alle prese col più grosso casino della sua esistenza, cominciano a togliersi sassolini dalle scarpe. L’ex direttore generale di Atac Rettighieri, ad esempio, ha rilasciato un’intervista a Il Messaggero dove non le manda certo a dire e parla di “Sistema clientelare che ha sponde nella giunta M5S”: da parte sua la sconfitta Giorgia Meloni rende noto che il 2 settembre scorso, con 26 voti contrari e 8 favorevoli, la maggioranza capitolina ha bocciato la mozione presentata da Fdi-An che impegnava la sindaca di Roma e la sua Giunta a rinunciare all’utilizzo delle auto blu. Ricorderete come quello delle auto di servizio sia stato uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale della Signora del Libero Scambio e del Debito Pubblico lo pagheranno i miei Predecessori. Però, come sempre, al momento di dover rinunciare ai privilegi questi fanno marcia indietro.
In chiusura questa faccenda dai risvolti patetici almeno un aspetto positivo ce l’ha: il sedicente direttorio tace. Ed è una gran fortuna.
(4 settembre 2016)
©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)