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Luigi Di Maio, o del Grande Millantatore

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foto: ANSA/ANGELO CARCONI
foto: ANSA/ANGELO CARCONI

di Il Capo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il sedicente politico Luigi di Maio sta offrendo al paese, che in grande maggioranza non è composto da fanatici che lo osannano, la perfetta immagine dell’arrivista di borgata che pur di scalare la cima è disposto a fare qualsiasi cosa, a cambiare idea non importa quante volte, a dire una cosa ed il suo contrario ogni cinque minuti, in un mix di spudoratezza politica ed incoerenza che gli presenterà il conto. Dopo avere gettato fango per anni sulle lobby, lo scorso 20 luglio si è presentato, gran diva attesa da tutti, alla convention dei lobbisti. Ma perché Luigi Di Maio (che è stato eletto vicepresidente della Camera con i voti del PD che ora attacca, per allearsi con Forza Italia sulle questioni delle autorizzazioni a procedere?), ha accettato l’invito della convention dei lobbisti? Perché quella convention di lobbisti presentava i risultati di una ricerca, che Di Maio modestamente chiama “studio scientifico”, sui risultati [sic] ottenuti dal M5Espelle in parlamento. Di quello “studio scientifico” il buon Di Maio parla ampliamente in uno scoordinato post pubblicato sulla di Lui pagina Facebook, all’interno del quale spiega: C’è una società di lobbying italiana che ha elaborato uno studio sugli ultimi tre anni in Parlamento del Movimento 5 Stelle. Questo studio scientifico sconfessa molti luoghi comuni con cui ci hanno sempre attaccato. Si sono studiati 35.000 proposte del Movimento 5 Stelle ed hanno analizzato il nostro comportamento. Questo lavoro avrebbero dovuto farlo i giornalisti italiani, invece di alimentare dicerie mai verificate su di noi. Ed infatti quando è stato pubblicato, di questi dati ne hanno parlato in pochissimi…”. Perché c’è sempre un gomblotto da denunciare. 

Di Maio prosegue poi, per tutto il post, nella celebrazione della qualità a 5Espelle, quella a denominazione grillica controllata, quella stessa che fa ignorare agli esponenti della setta problemi come la situazione in Turchia, che fa esprimere esperti come Di Battista sul terrorismo, che nasconde i coltelli a 5Stelle tra Raggi e Lombardi, che porta gli integralisti alla Appendino agli eccessi sulla sicurezza della salute del cittadino, primo passo via le Wi-Fi, perché la democrazia digitale sì, ma solo quando è a 5Stelle, ma inciampa, l’incauto ex webmaster convertito al mestiere di statista del secolo, in una frase di dibbio gusto.

 

 

Io non ce l’ho con le lobbies. Esiste la lobby dei petrolieri e quella degli ambientalisti, quella dei malati di cancro e quella degli inceneritori.
Il problema è la politica senza spina dorsale, che si presta sempre alle solite logiche dei potentati economici decotti.

 

 

Con il poco rispetto per la vita altrui che molti dei fanatici della generazione Di Maio e molti di quelli che lo votano dimostrano – preoccupandosi di cose straordinarie come le scie chimiche o la compassione per i terroristi dell’Isis, oltre agli intelligenti e sgrammaticati post su Facebook, uniti alle offese personali all’avversario – l’uomo al potere non sa nemmeno lui perché, parla di lobby dei malati di cancro. Si scatena un putiferio. L’ex webmaster convertito allo statismo deve correre ai ripari: e come può farlo se non dando la colpa al PD?

 

 

Sono dispiaciuto che a causa delle mie affermazioni, strumentalizzate ad arte dal PD, le associazioni dei malati di cancro siano finite in una becera polemica politica.

A loro sento di dover chiarire il senso delle mie parole e di un accostamento (‘lobby degli inceneritori’ e lobby dei malati di cancro’) che può essere apparso infelice: in Parlamento ci sono portatori di interessi negativi, come quelli degli inceneritori, e portatori di interessi positivi, come quelli appunto delle associazioni dei malati di cancro, che devono poter dialogare con le istituzioni affinché il Parlamento approvi leggi a favore del loro diritto alla salute.

Le loro sollecitazioni e indicazioni sono preziose per noi portavoce. Mi scuso se le mie parole sono risultate offensive.

 

 

Luigi Di Maio non sa quel che dice. E lo dimostra ogni giorno di più. Sentirsi investito, da quegli stessi organi d’informazione che contesta, del titolo di delfino del grillo deve dargli qualche grattacapo perché la sua azione sembra quella di una stella del cinema che vede profilarsi all’orizzonte la sua decadenza e corre, impazzita, da un produttore all’altro alla ricerca non di scritture, ma della conferma al suo esistere. Questo è il M5S entrato nella grazie degli Italiani che, puntualmente, ad intervalli più o meno regolari, rivolgono le loro pulsioni di rinnovamento verso il primo che grida più forte degli altri. L’Appendino del no alla wi-fi e della dieta ai torinesi, la Sindaca che fa sedere il suo prodigioso pargolo sulla poltrona di Primo Cittadino dopo aver delirato di funivie, il vicepresidente della Camera che sbeffeggia i malati di cancro e gli straordinari esempi di governo di Ragusa, Livorno, per non parlare delle Pizzarottiadi. Cialtronismo al potere condito di inciuci e voti con Berlusconi. Venite adoremus.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(22 luglio 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2016 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

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