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Siracusa, chiede a coppia gay di non baciarsi al bar: ne parliamo (prima leggete, poi strillate)

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Siracusa Gay Pridedi Paolo M. Minciotti

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ accaduto a Siracusa e la storia è riportata da Gaypost.it, sulla cui serietà non ci possono essere discussioni, che è sempre correttamente informato e correttamente cerca di informare (non come noi che spesso siamo volutamente e provocatoriamente di parte). Il quotidiano LGBT riporta la storia di Michele Di Franca: “Ero seduto ai tavolini esterni del Bar Archimede, ad Ortigia (Siracusa) quando il mio ragazzo mi ha baciato e mi sono sentito dire dal gestore del bar che dovevamo andare dentro se volevamo baciarci. Non c’era nessun altro, la coppia di amici con cui ero andato al bar era andata via quando il mio ragazzo si avvicina e mi dà un bacio. A quel punto il gestore del bar mi dice che dovremmo andare dentro. Gli chiedo spiegazioni e si avvicina un cameriere che aggiunge: “Le persone non capiscono la diversità… Ma quale diversità? Ma che dice?”.

 

Leggendo il pezzo abbiamo avuto la sensazione che le cose non fossero proprio andate così come erano raccontate, non perché Di Franca non abbia raccontato la verità così come l’ha vissuta, non perché Gaypost.it non abbia scritto il vero, non perché le parole del proprietario e del cameriere non siano state proprio quelle, semplicemente perché la sensazione era di un “eccesso di protezione” del gestore nei confronti e della coppia gay e del locale. Così che ci siamo rivolti a quella bella gente di Stonewall GLBT che in un primo tempo aveva aderito al boicottaggio del locale lanciato da Arcigay perché, se le cose fossero state proprio come raccontato, c’era un senso nell’imbestialirsi.

 

Come ci ha confermato la presidente Tiziana Biondi, sembra invece che le cose siamo andate più o meno nella direzione che indicavamo poche righe fa e che il proprietario del locale si sia dichiarato disponibile ad incontrare i protagonisti e le associazioni, per parlare dell’accaduto e della ragioni che lo hanno spinto a dare quel “consiglio”. Vi terremo informati.

 

Ciò che invece si è verificato senza ombra di dubbio è stato l’ennesimo utilizzo di un episodio con prtoagonista una coppia gay, per dare la stura ai soliti agghiaccianti commenti di “reale omofobia”, ci raccontava ancora la presidente Biondi, con offese tipo “inutile far passare per normale ciò che normale non è” ed altre bestialità simili, la cui natura e costruzione – e purtroppo provenienza – conosciamo assai bene. Stiamo aspettando dagli amici di Stonewall GLBT i riferimenti telefonici del bar in questione per poter parlare anche con il proprietario e darvene conto.

 

Da parte nostra, lo dicevamo al telefono con i nostri interlocutori siciliani e lo scriviamo così come lo abbiamo espresso, riteniamo che decenni di omofobia ci abbiano purtroppo “educati” a vederla anche dove non è proprio detto che ci sia, e che un consiglio dato in buona fede, per quanto fuori luogo, rischi di diventare un caso del quale non c’era bisogno. E a proposito di quanto scrivevamo poc’anzi, il proprietario del Bar Archimede di Siracusa ci ha fatto pervenire in redazione il comunicato stampa che pubblichiamo di seguito:

 

 

Ho appreso martedì sera, da una serie di condivisioni social (Facebook), che all’interno del mio bar, sito in una delle piazze più importanti e centrali di Siracusa, a due passi dal Duomo e dalla  Prefettura, si sarebbe verificato un episodio di discriminazione (da me perpretato)  nei confronti di una coppia di clienti. Vorrei poter omettere che si trattava di una coppia omosessuale, solo perché nella mia vita non ho mai pensato minimamente di fare distinzioni del genere, ma capisco a questo punto che pocoa importa. Ho sempre avuto un atteggiamento sereno e “laico” su questi temi e non ho mai inteso farmi portatore di pregiudizi.

Ma il “fatto” che è stato riportato su una serie di articoli (che ho poi verificato successivamente) mi ha lasciato l’amaro in bocca, non solo perché non ho mai voluto escludere nessuno nella mia attività, sia che si parli di dipendenti, sia che ci si riferisca ai miei clienti, come potrei? Sono loro che mi permettono di tenere aperta una attività così impegnativa e stancante, ma che mi dà tante soddisfazioni. Ma soprattutto perché non avevo nessuna intenzione pregiudiziale quella sera. Sono molto amareggiato e dispiaciuto.

Sì, corrisponde al vero che ho detto ai due ragazzi, già miei clienti, di essere in un luogo aperto al pubblico e di tenere un atteggiamento più sobrio, ma gli stessi erano da alcune ore nella mia veranda che chiacchieravano e si baciavano, senza che né  io né i miei collaboratori avessimo  da ridire. Verso la fine della serata “alcuni atteggiamenti” mi sono sembrati “eccessivi” e probabilmente, in un eccesso di zelo, non ho detto di smetterla, ma solo di non esagerare. Di questo mi scuso di nuovo, ma lo avevo già fatto, subito dopo l’alterco che n’è scaturito, perché ho capito che forse il mio atteggiamento è stato interpretato come discriminatorio.

Pensavo, infine,  che essendomi scusato sul momento, come testè detto, avendo proposto loro un drink riconciliatorio, che la discussione fosse finita lì. In tutta sincerità non credevo che mi sarei mai trovato nel “tritacarne” dei social e dei giudizi approssimativi sulla mia persona, ma soprattutto nei confronti del mio bar, un bar aperto a tutti, che non discrimina, che vuole o cerca con tanti sforzi di dare il suo piccolo contributo alla mia Città, al bellissimo centro storico, luogo di bellezza inestimabile ed oggi meta per il turismo internazionale.

Lo ripeto: mi scuso, ed invito tutti coloro che manifesteranno il 14, 15 e 16 luglio per il Siracusa Pride a considerare il mio bar un loro punto di riferimento, perché mai sono, mai siamo stati e mai saremo, contro chi vuol vivere pubblicamente il proprio amore. Il bacio collettivo che si vuol tenere giorno 16 luglio in piazza Archimede di fronte il mio locale, non solo è gradito, ma spero che sia fatto senza nessun intento polemico, ma solo come gesto corale contro le discriminazioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(23 giugno 2016)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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