di Giovanna Di Rosa
Il quotidiano Le Monde, assai difficile da tacciare di comunismo o filosocialismo o filogovernativismo, a meno che non ci sia la destra al potere, mette in prima pagina la possibilità che la famiglia Le Pen al gran completo, padre, figlie e spirito santo, non si sia fatta sfuggire l’occasione di mettere da parte due centesimi per garantirsi un futuro (ché in politica del doman non v’è certezza). A Panama. E’ quanto spunterebbe dai Panama Papers.
Il prestigioso quotidiano francese invece di accanirsi su Putin ha pensato bene di guardare in casa propria e cita un “sistema di dissimulazione di beni finanziari” organizzati da società specializzate in offshore in Asia e nei Caraibi per conto di persone che apparterrebbero alla cerchia di fedelissimi della dinastia Le Pen, proprietaria incontrastata del Front National, e della bionda segretaria amica di Salvini. Tra loro Le Monde annovera l’uomo d’affari Frédéric Chatillon e l’esperto contabile Nicolas Crochet.
Le carte riporterebbero non soltanto informazioni su beni finiti da quelle parti per iniziativa di Jean Marie Le Pen, ma anche operazioni riconducibili in qualche modo alla Divina Marine, ereditaria della segreteria del partito, legate alla campagna elettorale del 2012.
(5 aprile 2016)
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