di Giovanna di Rosa
Lazio – Roma finisce 1 a 4 ed è subito guerriglia. Tifosi-teppistaglia da quartiere malfamato tanto cari a certa destra romana, che vogliono il “colpevole”, cercano l’incidente, si agitano alla ricerca del sangue, vivono della violenza che hanno dentro e danno il via a quelle che i quotidiani per bene chiamano “contestazioni”: sono alcune centinaia fuori dai cancelli di Formello per attendere la squadra sconfitta (oh immane tragedia!) con le forze dell’ordine impegnate a contenerle quelle centinaia di tifosi-teppistaglia tanta cari a certa destra romana, mentre questi tentano di bloccare la strada con le transenne per imporre lo stop alla squadra e poter scaricare il loro odio e la loro violenza. L’uso di transenne viene impedito dalle forze dell’ordine così che la marmaglia immonda dei tifosi-teppistaglia tanta cari a certa destra romana, li riempie di sassate e lanci di mattoni i poliziotti garanti dell’ordine (un sovrintendente della Polizia di Stato rimane ferito). Quindi quindici di loro, della teppistaglia, vengono fermati e quella certa destra romana non proferisce verbo. Non illumina il calcio con il suo sapere. Perché parlano sempre, meno quando devono parlare.
Loro, questi di certa destra romana che parlano di sicurezza a vanvera, non dicono nemmeno che per contenere l’immonda teppistaglia a loro fintamente tanto cara almeno cento poliziotti sono stati tolti dai loro compiti di garanzia della sicurezza di Roma nella fascia serale. Non dicono nulla. Nemmeno sui rischi di Lotito costretto a lasciare in fretta e furia un ristorante dove era a cena nel post partita, dove componenti dell’immonda marmaglia lo avevano riconosciuto e tentato di aggredirlo.
E’ anche a causa di questa politica vergnognosa che sui voti della teppistaglia ci marcia, che il calcio andrebbe abolito, isolato, chiuso, vietato, sospeso, civilizzato, evitato, evirato, fermato…
(4 aprile 2016)
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