di Daniele Santi
La mannaia del terrorismo devasta la società per la sua ferocia e la sua violenza gratuita e costringe noi europei a ripensare e rivedere gli standard di valutazione che da sempre accompagnano il nostro vivere nel vecchio continente: la superficialità italiana, l’inaffidabilità greca, l’indolenza spagnola, gli esempi francesi, tedeschi ed inglesi e gli intoccabili gioielli belgi, olandesi e lussemburghesi, insieme alla perfezione degli scandinavi. Ebbene come vediamo nulla di tutto quello che pensavamo è più vero. O forse vero non è mai stato.
Raramente si è vista cialtroneria più cialtronesca di quella venuta alla luce durante le indagini nel dopo attentato a Bruxelles di un paio di settimane fa: terroristi che non lo sono più, gente arrestata poi rilasciata basandosi su una fotografia sfocata, estradati che sono stati rilasciati non si capisce perché, allarmi ignorati, appartamenti perquisiti dove c’erano prove che sono state ignorate, altri ignorati e c’erano i terroristi dentro, fughe e sparatorie, e via con gli errori, per arrivare ad avvocati di terroristi che in televisione raccontano bellamente come il ricercato numero uno finalmente in carcere stia vuotando il sacco, scatenando l’ira funesta dei compari di quest’ultimo che colpiscono di nuovo. E abbiamo visto come. Errare umano è, se di mezzo non ci fosse il pericolo più grave che l’Europa ed il mondo si trovano ad affrontare da diverse decine d’anni a questa parte: una struttura terroristica in grado di colpire in qualsiasi parte del globo, organizzatissima, con risorse più che consistenti e l’appoggio di diversi paesi i cui nomi sono noti, ma non si vogliono rendere noti. Non si capisce se parliamo di forze dell’ordine o di cretini.
La dabbenaggine belga è però molto più di ciò che si vede: è la prova evidente della mancanza di maturità dei paesi euroepi, di un’UE che si è formata soltanto sulla forza presunta di una monetae di un’economia che doveva essere unificata e sul sogno di alcuni che, come ebeti, si sono annessi dall’Europa ex comunista alla Grecia senza pensare che sarebbe stato necessario costruire un’unità politica europea, avere forze di sicurezza europee, una politica estera europea, servizi segreti europei organizzati e non solo una moneta più forte del dollaro (fino a quando?).
Saremo anche la terra dei Diritti Umani scritti sulla Carta Costituzionale, ma la terra di molti dei nostri vicini la lingua dei diritti umani ancora non la parla.
Dall’altra parte del Mediterraneo, poco oltre la Grecia, appena un po’ più in là di Vienna ci sono governi, popoli, culture che non la pensano proprio come i “soci storici” di questa tartaruga nella quale politici dalla visione ampia, ma assai poco pragmatici e lungimiranti e ancor meno avvezzi all’andreottiano “a pensar male si fa peccato, ma non si sbaglia mai”, hanno trasformato il dinamico progetto di Unione Europea di cui l’Italia è stata promotrice fin dagli anni ’50.
Il terrorismo islamista ha chiarito, proprio come se nessuno se ne fosse accorto, che l’Europa è un pachiderma indifeso, lento, e purtroppo anche un po’ stupido che, attonito, segue reagendo con inaudita lentezza ciò che succede nelle sue città attaccate da suicidi che ne dilaniano gli abitanti indifesi. E le autorità sono ancora più indifese di loro.
Fare presto. Bisogna fare presto e bene.
(30 marzo 2016)
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