
di Il Capo
Lo scorso 26 gennaio abbiamo pubblicato un articolo dove approfittavamo della sciagurata copertura delle statue ai Musei Capitolini per non offendere l’animo gentile di Rouhani, un uomo che è a capo di una Teocrazia che impicca la gente in piazza, salvo salvaguardare il “pudore” sulle questioni del corpo, per ricordare cosa fosse la temibile e mai troppo temuta teocrazia iraniana: uno stato il cui capo spirituale vaneggia della distruzione di Israele e di tutti gli Ebrei, che compete con l’Arabia Saudita per la ferocia delle sue esecuzioni e della sua polizia religiosa ad uso dittatoriale, che mette in galera oppositori ed artisti e la cui Costituzione prevede che – legalmente – la donna valga LA META’! di un uomo.
Pur di giustificare la loro cecità (a questo proposito consigliamo la lettura del capolavoro di Saramago) scrivono qualsiasi cosa ppaia loro sensata. Ma in questi commenti elementari scritti con la prosopopea da presunti statisti si nasconde l’italico male peggiore: la cialtroneria. Questo misto di superficialità mista al lasciare che le cose accadano, mista al disinteresse di coloro che sono sempre impegnati in qualcosa di più grande degli altri e che ora, finalmente, hanno la possibilità grazie ai social di far conoscere il loro risibile sentire al mondo.
La Teocrazia iraniana è un pericolo per la stabilità del mondo. Lo sdoganamento della sua ferocia, che serve all’Occidente ad uscire dalla crisi economica, sarà pagato con lacrime e sangue e la presenza di una nuova potenza nucleare nel Mediterraneo, una nuova potenza che ha come obiettivo la distruzione fisica dello stato di Israele.
La piaggeria dimostrata dai dirigenti dei Musei Capitolini, sempre più realisti del re, e la superficialità dei commentatori di professione che leggete in alto sono solo alcuni degli altissimi esempi di intelligenza geopolitica che abbiamo letto. E non fanno restare tranquilli.
I commenti al nostro articolo apparsi su Facebook la dicono lunga sul grado di coscienza civile di troppi Italiani e sulla loro capacità di approfondire le notizie. E non sarà mai sottolineato con sufficente forza che, anche grazie a gente come quella che scrive genialità sui social, grazie anche a gente come il capo del cerimoniale che ha coperto il pisello alle statue come se avere il pisello fosse un attentato all’umanità (e forse lo è visti i disastri che certe procreazioni provocano) che manifestazioni come quella che le opposizioni al regime iraniano hanno organizzato per la giornata del 26 gennaio sono passate assolutamente sotto silenzio. Silenzio delle tivù, delle radio, della maggior parte degli organi d’informazione (noi lo sapevamo, ma abbiamo scelto di scriverne oggi), di tutti i bravi compatrioti ai quali interessano gli affari e che su Facebook, con la sufficenza con cui ne parlerebbero al bar, blaterano incongruenze come quelle sulle sterili polemiche. Sterili come i cervelli di certi poveracci.
(27 gennaio 2016)
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