di Giancarlo Grassi
Era il 2012, nemmeno tre secoli fa, e Matteo Salvini gridava che nessun leghista voleva ancora tra i piedi Berlusconi. O meglio che “Nessun leghista è disposto a puntare ancora su un’alleanza con Berlusconi”. Diceva la verità: non diceva infatti che la Lega xenofoba, razzista, omofoba e lepenista non si sarebbe mai più alleata con il Grande Biascicatore, diceva che non lo avrebbe più fatto alle condizioni che ai tempi si conoscevano. Stava dicendo a Berlusconi che se avesse voluto una nuova alleanza avrebbe dovuto calarsi le braghe. E tre anni dopo, voilà. A Bologna l’orrendo spettacolo di Berlusconi e Meloni proni al prode Salvini lepenista. 
L’ex cavaliere ed ex Silvio nazionale, una mummia che cammina prossima agli ottant’anni, ha ancora la forza, il coraggio e la faccia tosta di raccontarci che con il 40% dei voti (40%, Lega al 15%, Meloni al 4%, Forza Italia al 10% scarso, per noi fa un 30% scarso, ma la matematica in politica è un’opinione, soprattutto in casa di Berlusconi) la “Cosa Nera” vincerà le elezioni. E ha ragione. Se al 40% c’arrivasse. Il post di Salvini dalla sua pagina Facebook che risale al 16 luglio del 2012 e che riportiamo qui a fianco, dice cose di grande chiarezza rispetto ai possibili rapporti tra la Lega e Berlusconi. Non era ancora stata operata la svolta lepenista di Salvini, che pensava di fare sfracelli sposando le idee xeonofobe e razziste di Marine Le Pen, ma arrivato al 15% delle possibili preferenze Salvini è rimasto inchiodato lì e coloro che dichiarano di non avere ancora deciso per chi votare (non ci sono elezioni all’orizzonte per ora, ed alle amministrative la partecipazione è sempre molto più bassa che alle politiche) non fanno parte dello sciagurato elettorato salviniano che ci tiene, bontà sua, a dichiarare di essere leghista. Sono i limiti dell’appartenenza ad ogni costo ispirato al tifo da stadio. Un guaio. Così che torniamo al 2015 ed alla manifestazione di Bologna nella quale Salvini ha ben chiarito chi comanderà nella nuova possibile alleanza nera. Lui. Qualcuno riesce ad immaginarsi un Berlusconi che si fa comandare a bacchetta da qualcuno? Francamente siamo alla fantapolitica, alla propaganda da bar all’angolo, siamo alla politica che si discute mentre si guarda il calcio la domenica pomeriggio e la partita fa schifo. L’unica a poter ricevere benefici dalla nuova santa alleanza delle tre grazie è Giorgia Meloni, che in qualche modo uscirà dall’invisibilità e si lascerà alle spalle – forse – Alemanno con i suoi scandali. La manfiestazione bolognese è stata l’ennesima prova dell’opportunismo trasformista che anima la destra nera italiana. Sempre più a destra, sempre più vuota, soffocata dagli scandali, dall’incapacità di sviluppare una politica seria e di proporre programmi credibili, che non siano quelli di bloccare l’Italia per tre giorni (davvero lungimiranti, una scelta straordinaria per l’economia, complimenti!), non può più contare sull’ometto che vendeva sogni. E si carica di nuovo odio. Che ci sia ancora chi ci crede è il vero dramma.
(9 novembre 2015)
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