di Il Capo
Titolare, “Lo scambiano per gay e parte il pestaggio” non è solo un’errore, è soprattutto cercare di dare inconsapevolmente una giustificazione ad un fattaccio che una giustificazione non ce l’ha. In fondo se era gay… Invece non lo era. Aveva il solo “difetto” di apparirlo perché, dice la sua ragazza, “è un po’ eccentrico”. L’uomo si trovava su un autobus a Genova prima di venire aggredito dopo che una gallina dal cervello vuoto gli aveva gridato “Brutto frocio guardi il mio ragazzo?”, nessuno è intervenuto. L’autista ha continuato a guidare. Lui è finito massacrato, con un ematoma in testa che tre giorni dopo lo ha portato in ospedale. E’ in coma. E non ha neanche quarant’anni.
La gallina starnazzante che con le sue grida insensate (poveraccia se quel ragazzo è tutto ciò che aveva e pensava di avere!) ha provocato il massacro è il frutto del ventennio che ha voluto gli italiani ignoranti, arroganti, senza sogni, persi dentro un apparecchio televisivo a spiare la vita [sic] degli altri pensando di poterne avere una uguale; incapaci di costruirsi un futuro, senza identità, senza cultura, senza vita, padroni solo dei profili sui social network e di poco altro. Tra quel poco altro tanto, tantissimo, troppo odio. Un odio devastante, insensato, e per questo ancora più feroce. Sono le teste vuote alle quali mirano i vari Salvini, Family Day, Casapound: le teste vuote che si riempiono con un unico e semplice concetto: l’Altro è il nemico e tu sei nel giusto. Quanto guadagnato da lui, il Nemico, è vita vera tolta a te, che la perdi. E se una vita non ce l’hai perché te l’hanno rubata con falsi sogni televisivi, ci credi. E succede ciò che è successo a Genova.
Un gruppo di giovani panumani figlio della generazione che non studia, non lavora, non legge, non studia, non scrive, non ha hobbies, non ha nulla e dà la colpa agli altri, ha compiuto la missione d’odio affidatagli (poveri inconsapevoli) dall’Italia integralista voluta dalla estrema destra cattolica che fa capo alle CEI, da quella opportunista e xenofoba di Salvini e da tutti coloro che in nome di una poltrona sotto le loro flaccide chiappe hanno distrutto il rispetto per gli altri, per tutti gli altri, chiunque essi siano.
Questa è l’Italia spaventosa nella quale ci troviamo e per la quale qualcosa dovremo pur fare.
(5 agosto 2015)
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