di Paolo M. Minciotti
Secondo il quotidiano L’Orient-Le Jour, due uomini descritti come Omar, 30 anni e Samir, 24, si trovavano insieme in auto lo scorso 9 giugno quando venivano fermati ad un posto di blocco militare ed arrestati, inizialmente con l’accusa, di possesso di droga, mezzo grammo di hascish addosso al più giovane dei due. Iniziano i test per valutare la positività alla droga dei due uomini che vengono sottoposti ad estenuanti interrogatori. Durante l’esame dei loro telefoni la polizia scopre messaggi che rivelerebbero la loro omosessualità: a quel punto viene loro manifestata l’intenzione di sottoporli ad ispezione anale. Vengono rinchiusi in una stanza e picchiati, sottoposti a scariche elettriche e waterboarding per constringerli ad ammettere di essere gay e a dire i nomi dei loro fornitori di droga. Secondo la testimonianza di Omar al giornale, la polizia “Voleva sapere tutto ciò che facevamo insieme, a letto, nei dettagli”.
Scrive Mambonline che dopo avere ottenuto la sospirata confessione [sic]: “Siamo uno coppia”, la Polizia ha costretto i due a rivelare i nomi di altre persone omosessuali. Quindi hanno chiamato le famiglie delle persone in questione e le hanno informate dell’orientamento sessuale dei loro figli.
Omar è stato rilasciato dopo tre settimane, e Samir subito dopo. Ignoriamo se saranno sottoposti ad ulteriore processo e quale sia stata la loro sorte dopo il rilascio. Il codice penale libanese proibisce le relazioni omosessuali e le punisce con pene fino ad un anno di prigione.
(10 luglio 2015)
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