di Gaiaitalia.com
Terminata la sceneggiata di Ancelotti al Milan, sceneggiata pre-elettorale che serviva all’uomo di Arcore per tenere vivo l’interesse del suo elettorato costruito a suon di Coppe dei Campioni e Campionati quando ancora Berlusca poteva fare ciò che voleva; archiviate le elezioni alle quali la sceneggiata-Ancelotti poco è servita e archiviato il capitolo del povero Inzaghi, allenatore bruciato dal suo stesso club, ora la barzelletta Milan si presenta con il nuovo allenatore, tal Sinisa Mihajlovic che soltanto nel 2010 dichiarava che mai, peste lo cogliesse, mai e poi mai, si sarebbe seduto sulla panchina del Milan: “Io sono fatto così, forse sbaglio… Posso anche morire di fame, sarebbe difficile da rifiutare, ma se succedesse non potrei mai allenare il Milan. Ho passato quattro anni nell’Inter e sono interista”.
Poi, la fame è brutta più dell’invidia, si cambia idea, si prendono altre decisioni, e soprattutto si sputa sulla coerenza che si millantava senza conoscerla. Il mondo del calcio creato dall’impero dell’uomo da Arcore è fatto anche di queste ambiguità che sono palesi, ma servono a creare nel tifoso-bue la tensione del riscatto. Il suo. Attraverso la vittoria del suo club. Era meglio morire da piccoli.
(4 giugno 2015)
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