di Il Capo
Casualmente, e per cause di forza maggiore, abbiamo seguito stamane uno degli orrendi programmi che la televisione commerciale italiana mette in onda per le schiere di ultrasessantenni e non si sa quanto inconsapevoli telespettatori che vivono delle disgrazie altrui per dimenticare le proprie, nel quale il conduttore che manifestava un’empatia di tale spontaneità da fare impallidire le sceneggiate di Barbara D’Urso, ha finto di interessarsi a ciò che era accaduto in Nepal (più di diecimila morti, tra i quali 4 italiani, la capitale Katmandu spostata a sud di 3 metri dalla forza del sisma) soffermandosi sui “poveri bambini morti” in un trionfo di falsità, che mi ha lasciato – per l’ennesima volta – esterrefatto, incapace di comprendere come si possa lucrare su tali disgrazie, evitando un’informazione che sia degna di essere chiamata tale, optando per un intrattenimento che faccia leva sui finti sentimenti pietistici di conduttori e telespettatori.
Ospiti della sceneggiata un alpinista, il presidente di Save The Children e l’immancabile Rita Dalla Chiesa. Condimento, video del terremoto sulle montagne del Nepal, grida di alpinisti, slavine, e dialoghi tra persone filmate che forse non ci sono più.
Questo sfruttamento della morte altrui a fini commerciali e finto-giornalistici è la sola cosa che davvero ci fa vergognare di fare il mestiere che abbiamo scelto di fare.
(29 aprile 2015)
©gaiaitalia.com 2015 – diritti riservati, riproduzione vietata
Iscrivetevi alla nostra newsletter (saremo molto rispettosi, non più di due invii al mese)