di Il Capo
Sono abbastanza adulto da ricordare l’orrenda circolare dell’allora ministro della Salute Donat Cattin, un pover’uomo con figlio terrorista finito assai male, nonostante il potere politico, in cui si diceva in soldoni l’Aids se lo pigliava chi se lo andava a cercare.
Uno dei tanto orribili moralisti che hanno preso il potere in questo paese nel corso dei decenni.
O quello spot anti-Hiv [sic] orribile, dove la persona sieropositiva veniva rappresentata circondata da un alone fluorescente, molto effetti speciali da video musicale italiano anni ’80. Devastante. Inutile. Razzista.
Se non ci fossero state le associazioni omosessuali con il loro tributo di lavoro, sensibilizzazione, impegno e purtroppo, anche morti, non ci sarebbe stato nessun avanzamento nella prevenzione in questo paesucolo di provincialotti beghini. Poi con il passare del tempo qualcosa successe e passò un messaggio devastante: di AIDS nn si muore più e per qualche motivo sconosciuto (o forse conosciutissimo) l’abbandono del profilattico e della prevenzione più semplice con una recrudescenza di casi. Purtroppo di infezioni correlate all’infezione da Hiv si continua invece a morire.
Il 1° dicembre è la Giornata Mondiale per la lotta all’AIDS, non per la criminalizzazione di chi non si infila un preservativo o di chi ha contratto, contrae o contrarrà l’HIV.
Per questo ci siamo stupiti leggendo il tweet di un nostro follower questa mattina che diceva: “Vedo tanti fiocchi stesi per i profili… Pensateci prima di far sesso non protetto in rispetto di coloro che sono morti nel nome dell’#aids“: almeno in questa giornata dovremmo permetterci il rispetto dei vivi che non posso venire trattati come persone che le malattie se le cercano, no?
Il nostro follower era in buona fede, ed ha scritto il tweet sull’onda di un’emozione. Siamo certi di questo. Ma siamo particolarmente sensibili all’argomento. Era il 1987 quando chi scrive fu buttato fuori dal suo luogo di lavoro grazie a qualcuno che aveva sparso la voce che avessi contratto l’Aids. Non era vero allora e fortunatamente continua a non essere vero. Anche grazie al fatto che mi sono sempre protetto. Ma se avessi contratto l’Hiv non sarei certamente da ritenere colpevole.
Troppa cattiveria è stata usata contro chi contrae l’Hiv, troppa cattiveria continuerà ad essere usata in futuro. Cerchiamo, almeno oggi, di approfondire il rapporto con la nostra umanità e con la sofferenza altrui. Non solo per sentirci buoni per un giorno.
(1 dicembre 2014)
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