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Camusso è vecchia, la CGIL è vecchia ed anch’io non sono più giovane

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Susanna Camusso 00di Il Capo

Avevo vent’anni, e sono passati alcuni lustri, e la CGIL diceva esattamente le stesse cose che dice ora, come se non fosse cambiato nulla, mentre quando io avevo vent’anni trovavo lavoro ad ogni sbatter di ciglia della bionda di turno (che non ero io e forse nemmeno Camusso) e potevo decidere di fare più o meno ciò che mi pareva del mio futuro, perché le strade erano aperte, pur con le pastoie burocratiche che questo paese ha sempre avuto, ma mai erette a paratie a protezione di qualcuno come oggi.

Io non ho più vent’anni, ne ho molti di più, ho passato buona parte della mia vita tra l’Italia e l’estero, ma la CGIL continua a dire le stesse cose, identiche, segretario dopo segretario, che diceva quando io di anni ne avevo venti. Con la differenza che ora si pone come interlocutore diretto del Governo e pretende di andare a discutere le leggi con il Primo Ministro, come se la CGIL fosse un partito di opposizione legittimato da alcuni milioni di voti e non un sindacato “orgogliosamente libero”, rimarca Camusso, che non ha ambizioni politiche.

Quando avevo vent’anni la CGIL e gli altri sindacati andavano direttamente a trattare con gli imprenditori ed i segretari nazionali non avevano l’aria da diva decaduta di Camusso, un po’ sdegnosa ed un po’ antipatica, che ti risponde come se avesse di meglio da fare e fosse lì per farti un favore.

Non ho mai visto nei vent’anni di Berlusconi per intenderci, i sindacati così ferocemente ostili verso il premier di Arcore che è responsabile con la Lega (ma questo Camusso non può dirlo, ci sono tantissimi iscritti alla CGIL che votano per il Carroccio e le tessere, si sa, non si possono perdere) ed i suoi alleati della situazione italiana attuale, come li vedo ferocemente ostili verso il premier Renzi, reo di avere 39 anni ed il potere di metterglielo in quel posto, alla generazione di over 60 che non si vuole togliere di piedi e che pretende di governare l’Italia come quando io avevo vent’anni. Come se non fosse cambiato niente. Come in quegli uffici che continuano a chiedermi un fax per confermare ordini, pratiche o cose simili, fax che non riceveranno mai perché l’email ha valore legale e le loro beghe burosovietiche se le possono anche mettere il quel posto.

E’ vero che l’esempio di Renzi sull’iphone a gettone è inadeguato, ma non perché è una mancanza di rispetto come farneticava pateticamente Fassina in tv lunedì sera – parlan solo di rispetto e di mancanze di rispetto questi post-tutto, ma della mancanza di rispetto alla gente che deve perdere una settimana per avere un documento non ci pensano? – ma perché la vera offesa alla modernità è l’attaccamento al fax, quello strumento obsoleto la cui carta è fortunatamente ormai introvabile e che l’email ha definitivamente distrutto.

Ecco la CGIL e Camusso sono ancora lì, inutilizzabili come le parole trasmesse da un fax che sbiadiscono velocemente e diventano illeggibili, oltre che inutilizzabili e che nel loro silenzio continuano a sbraitare come se qualcuno fosse in grado di leggerle.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(28 ottobre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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