Pubblicità
giovedì, Aprile 25, 2024
7.8 C
Roma
7.6 C
Milano
Pubblicità
PubblicitàBritish School Banner 2023

POLITICA

PubblicitàLancio Master 2023 Limited Edition

ESTERI

Pubblicità
Pubblicità
HomeCopertinaIl Manganello de La Karl du Pigné: Drag queen (ancora?), Renzi, il...

Il Manganello de La Karl du Pigné: Drag queen (ancora?), Renzi, il Vizietto e Miss Trans Bacchettona

GAIAITALIA.COM NOTIZIE anche su TELEGRAMIscrivetevi al nostro Canale Telegram

La Karl du Pigné 07di La Karl du Pigné  twitter@lakarldupigne

Mentre seguo con patema le vicende di Facebook relative all’obbligo per le drag queen di cambiare entro breve i nomi dei loro account, una vera e propria becerata, senza contare il fatto che non sono solo le drag queen ad usare dei nomi “fake” o i fantasia o che rimandano a supposte pecularietà dei titolari (voglio vedere se romperanno le palle pure a Maschio Attivo o a Enorme Sorpresa…) e tento di smarcarmi dalla pallosissima agenda politica di Renzi, che parla parla parla parla e continua a dare numeri sempre più a quattro cifre mentre parte per gli Stati Uniti, continuo inorridito a vedere che in televisione invitano e intervistano gentaglia come la Santanchè, Giovanardi, quel sant’uomo di Bonanno della Lega, nonché una varia e bizzarra compagine di “esperti lgbt” oppure omofobi del Pd, con il pensiero cerco di capire quando e se vi sia mai stato un momento storico nel quale gay , lesbiche, trans e le loro per fortuna molteplici declinazioni abbiano mai avuto un momento di reale felicità “sociale”. E francamente non riesco a ricordarmene uno. “Che figo, mandano Brokeback Mountain sulla Rai!” Poi vedi il film, e ti accorgi che hanno tagliato tutte le scene “compromettenti”. Rete 4, nel periodo estivo, ha avuto negli anni programmazioni “gay” , ma non si andava molto oltre “Priscilla”, “A Wong Foo”, “Il vizietto” e, per fortuna delle nuove generazioni, alcune produzioni italiane, tipo “Sesso Matto” di Dino Risi , con l’unica Gilda veramente atomica e degli stratosferici Laura Antonelli e Giancarlo Giannini, che ‘sti cazzi Matt Damon, Tom Cruise e tutto il resto. Ma, incredibile ma vero, erano altri tempi e le sceneggiature erano non avanti, avantissimo. Come al solito in Italia arriviamo con trent’anni di ritardo, è quello che è succedeva negli Stati Uniti: i copioni e le sceneggiature degli anni Quaranta e anche dei Cinquanta erano molto più aperte, interessanti e intelligenti di quelle dei decenni successivi (d’altronde si passa dalle favolose Joan Crawford, Bette Davis, Barbara Stanwyck alle più sbrodolose Doris Day e Sandra Dee, quella di “mi sento buffa dentro”).

Che strano Paese è il nostro. Quello che ha una Costituzione fra le più avanzate del mondo, che ha sfornato dei politici e intellettuali europeisti di un tale calibro da farceli invidiare dal mondo intero, quelli che capirono più di cinquanta anni fa da che parte dovevamo andare, per chi volesse cercare su Google basta digitare “Il manifesto di Ventotene”, isola splendida che credo abbia avuto un merito nella stesura del documento, ma questo non toglie niente all’anima e al piglio ribelle di un uomo piccolo piccolo, miope ma battagliero e sempre orgoglioso della sua storia e del suo passato, il mio solo e unico Presidente, Sandro Pertini, quello che spesso scappava da una porticina laterale del Quirinale e se ne andava nei bar vicini a prendersi un caffè per parlare con la gente comune di calcio, traffico e tasse. Un mito terreno inarrivabile, un uomo di altri tempi eppure così proteso nel futuro che dovrebbe essere preso ad esempio da tanti.

Mi affaccio, guardo in fondo alla strada e vedo un pezzetto di Colosseo. Siamo un Paese strano, e rispetto alle questioni lgbtqi lo siamo ancora di più. Fanalino di coda in Europa, non abbiamo le unioni civili, il matrimonio, le adozioni e siamo in Europa fra le nazioni con la più alte percentuali di “omocidi”, di suicidi e di aggressioni a gay, lesbiche e trans.

Ma come mai? Sarà colpa di una sinistra che è sempre meno sinistra? Sarà colpa del Vaticano, sarà colpa dei tanti anni di dominio del centro destra (adesso Berlusconi ha la fidanzata mistolesbofrociarola che come Iva Zanicchi è la nuova icona gay, ma qualche anno fa Mister Bandana non la pensava proprio così e il suo collega di Governo, tale Fini, proclamava ad alta voce che un maestro gay no no no non può andar bene!). I tempi cambiano, adesso sono tutti pro gay ma di diritti manco per la ceppa. Ho guardato per qualche minuto con orrore Porta a Porta con quella indescrivibile Ministra Lorenzin che sentenziava di famiglia, adozioni e di quanto fossero necessari, per il sano sviluppo di un bambino, le figure del padre e della madre. Un’altra cazzona che dovrebbe al massimo gestire uno stabilimento balneare nella sua Ostia. Ministra Lorenzin, difendi pure l’indifendibile, altrimenti chi li sevizia, li uccide in occasione di un divorzio o una separazione, chi li educa così male che poi distruggono insieme (genitori e figli) le scuole in Puglia, chi li difende quei poveracci falliti eterosessuali che avrebbero fatto meglio a non farli, quei figli?

Lara, Cesare, Maria, Luna, Francesco, Massimiliano sono dei bambini che io conosco (e non li ho nemmeno menzionati tutti) di coppie dello stesso sesso. Ricevono amore, attenzione, dedizione e educazione. Sono bambini felici, crescono con amore e sono curiosi della vita. Non hanno paura di nulla e di nessuno, accolgono il mondo che li circonda con curiosità e non si sorprendono di nulla. Nemmeno di me in ghingheri. Semmai sono, appunto, curiosi, e scelgono. Sono una pista avanti agli altri e si vede anche dai risultati scolastici. Sono vivi, frizzanti, non hanno paura delle novità e già da piccoli sanno scegliere quello che a loro piace. Accanto a loro i figli e le figlie di coloro, eterosessuali, che hanno capito che avere figli di gay e lesbiche amici dei propri figli non è una nuova puntata di Star Trek, ma è la vita, quella di oggi, della nostra società e del nostro Paese.

Ma non è tutto oro quello che riluce, se Miss Trans Italia 2014, Alessia Cinquegrana (devo fare il nome ma ne vergogno, non avrebbe diritto a tutta questa visibilità) a suo dire credente, religiosa, tradizionalista, afferma che: “ Un bimbo deve crescere con un uomo e una donna. Se un trans (doppio sic) diventa donna a tutti gli effetti e cambia i documenti, allora va bene. Altrimenti sono contraria”.

Cara Alessia, intanto chiedi al tuo medico di cambiarti la terapia, questa non va bene. Poi, con enorme dispiacere, ti comunico che, nonostante tu sia ormai donna a tutti gli effetti, e per quanto mi riguarda lo eri ancora prima di farti operare, non riuscirai a prendere il posto di quella falsa di Lorena Bianchetti. Inoltre, parlare delle tue sorelle ancora non operate (per scelta o no) apostrofandole al maschile, “un trans” (ma si può?) non ti fa per niente onore e soprattutto non ti fa né più donna né più trans, anzi, a mio parere chiunque dovrebbe arrabbiarsi con te (e uso arrabbiare come eufemismo). Sei piccola e limitata, se pensi che una a sul nome della carta di identità possa renderti una buona madre o adatta all’adozione… Al momento risulti solo una transessuale donna, operata, con i documenti in ordine. Ma questo non basta. Spero che non ti venga mai in mente di adottare un bambino, lo educheresti per assomigliarti. E verrebbe su un becero, o una becera. Risparmiacelo. Dobbiamo già avere a che fare con una pletora di eterosessuali stronzi. Non aggiungerti alla lista.

Branko me lo diceva, arriva Marte e la scarsa vena diplomatica sparirà del tutto. In arrivo una lettera. Non ci crederete, ma è arrivata. L’ho tenuta fra le mani, l’ho aperta e l’ho letta. Erano anni che non mi scrivevano. Ricordi. Nostalgia. Vabbè, fammi salvare sto file, è ora di spedire. Click.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(21 settembre 2014)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©gaiaitalia.com 2014
diritti riservati
riproduzione vietata

 

 

 

 

 

Pubblicità

LEGGI ANCHE