di Il Capo
…stavo ascoltando la radio, erano le prime radio libere, da qualche anno avevano forzatamente liberato l’etere, perché in Italia se si vuole fare qualcosa si fa così. bisogna prenderselo. Allora forse t’ascoltano. e non in senso radiofonico. Stavo ascoltando la radio, suonavano le Ritchie Family, molto in voga al momento, interruzione improvvisa ed una voce femminile: “C’è stato un attentato alla Stazione di Bologna, si parla di molti morti…”, poi la voce lascia spazio ad una diretta telefonica che racconta quel poco che sa. Non c’era internet, non c’erano i cellulari, ma il gusto per la morte altrui e per l’insabbiamento c’era già.
Di quei morti, 85, e di quei feriti, 200, si parla da 34 anni e da 34 anni non si sa nulla di uno degli episodi più vergognosi che la storia d’Italia ricordi: non ci sono colpevoli, nessuno ha pagato, ciò che si sa è che 85 persone furono ammazzate da non si sa chi ed altre duecento rimasero ferite. Perché?
Bologna non ha mai dimenticato quel giorno, non esagero dicendo che la vita della città non è più stata la stessa. Lo so perché vengo da lì. E nessun italiano ha dimenticato, né dimentica perché lo vede tutti i giorni, che la mente perversa che orchestrò quella strage di innocenti per motivi che noti solo ai mandanti e forse nemmeno agli esecutori, quella mente perversa dicevo, in Italia vive ancora e tenta in tutti i modi, come un anaconda gigantesco ed indomabile, di dominare il paese ed i suoi abitanti con le armi del silenzio, dell’insabbiamento, del depistaggio.
In questo senso, dopo 34 anni, in Italia non è cambiato nulla. Nemmeno la testa di troppi Italiani.
E’ questo a fare più male.
(2 agosto 2014)
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