di Iosonodio
Il primo ministro turco Erdogan a fini esclusiavmente interni e di prestigio nella fin troppo numerosa famiglia degli integralisti immorali, quelli che lo sono per fini politici e di gestine del potere, ha accusato sabato Israele di “avere superato Hitler in barbarie”, dichiarazione che chiuqnue – anche chi non abbia proprio in simpatia Israele e condanni le sue assurde politiche degli ultimi decenni – non può non tacciare di estremismo opportunista, pericoloso e soprattutto inutile.
I giornali israeliani dal canto loro non fanno nulla per allentare la tensione, secondo il Jerusalem Post, Israele “Non ha deciso di combattere”, Israele è stato “trascinato nel conflitto quando tre adolescenti israeliani sono stati brutalmente ammazzati e per questo si è risposto affrontando Hamas” .
Continua il Jerusalem Post accusando Hamas di voler “rendere la vita invivibile ed insopportabile agli Ebrei” (… simply wants to make life for the Jews here unbearable and unlivable).
L’offensiva di Hamas viene da lontano: viene dall’Iran, viene dai qaedisti che hanno occupato arbitrariamente due stati che hanno poi chiamato Isis, viene da un luogo che non conosciamo che ci porterà dove non sappiamo. Per questo tutti dovremmo renderci conto della pericolosità del momento che stiamo vivendo, tutti noi che respiriamo quest’ossigeno inquinato e beviamo quest’acqua, in particolare coloro che hanno tra le mani il potere che permette loro di governare una nazione e gli dà la responsabilità di distruggerla o di renderla prospera. Così che tanto le provocazioni ad uso geopolitico di Erdogan che gli articoli buonisti, ma ferocemente anti-palestina del Jerusalem Post ci mostrano i limiti del nostro agire sulla base di integralismi ideologici e religiosi che stanno portando un parte del mondo verso il disastro.
Mentre scrivo queste righe apprendo da Al Jazeera che l’ospedale di Al Aqsa, in territorio palestinese, è stato centrato da un missile israeliano: 4 morti accertati, innumerevoli feriti.
La brutalità di Hamas e quella d’Israele sono figlie dello stesso fanatismo e dello stesso odio.
(21 luglio 2014)
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