di Aurelio Mancuso twitter@aureliomancuso
Può essere che se prima del 25 maggio ci sarà qualche episodio di omofobia violenta (speriamo di no, perché davvero non se ne può più…) allora la politica riscoprirà come d’incanto che parlare di Europa in modo positivo, significa dar conto delle tante azioni e documenti a sostegno dei diritti delle persone lgbt, delle donne, dei migranti, dei popoli Rom e Sinti, e così via. La parola d’ordine per ora è silenziare qualsiasi possibile polemica. Di diritti non parla il PD (salvo molti parlamentari europei uscenti e qualche nuova proposta, comprese alcune capolista) non sono citati dai forzisti (a eccezione di Iva Zanicchi che vaneggia pandemie di ebola e Alessandro Cecchi Paone che si affida a un video un po’ sconcertante aperto dall’immagine di papa Francesco) non si ha notizia di prese di posizione da parte dei grillini.
Citati i veri competitor di questa stanca campagna elettorale, non si devono dimenticare i partiti che forse ce la faranno a scavallare l’ostacolo del 4 per cento. La Lista Tsipras, ovvero Sel, intellettuali, Rifondazione e rivoli vari, si distingue per le sue posizioni, ma la sua voce, complice anche una legge sulla par condicio assurda, non arriva quasi mai sui media che contano. Su Lega e Fratelli d’Italia c’è poco da dire: hanno rispolverato il solito armamentario razzista e omonegativo della peggior specie. Il Nuovo Centro Destra di Alfano ha infarcito i suoi programmi e le liste di propositi familisti buoni per l’Ottocento.
Nella vita bisogna esser pratici, ancor di più in politica, e in questo senso la campagna di Arcigay http://www.cominciatu.eu va nella giusta direzione: dar conto delle dichiarazioni passate dei candidati, indicare chi firmerà il documento dell’Ilga Europe http://www.ilga-europe.org/home/how_we_work/european_institutions/ep2014 d’impegno sui provvedimenti a favore delle persone lgbt e, verificarne in futuro la coerenza. Per quanto mi riguarda, non essendo un mistero che voto Pd, mi adopero affinché, nella delegazione che sarà eletta ci sia un numero ampio di parlamentari sicuramente laici, libertari, e sostenitori delle richieste avanzate dall’Ilga. A mio modesto avviso tutti gli elettori lgbt dovrebbero votare il partito che vogliono (possibilmente non integralmente omofobo) e dare forza ai candidati chi firmeranno quegli impegni, per poi poter controllare che li rispettino.
Dal sito promosso da Arcigay e anche da Ilga Europe, si evince che è possibile scegliere non bisogna, quindi, farsi distrarre dalla sfiducia collettiva: le istituzioni europee sono state in questi anni le nostre maggiori alleate. Sono comprensibili la rabbia e lo sconcerto nei confronti della politica, ma come persone lgbt non possiamo permetterci che la nostra astensione favorisca nel nuovo Parlamento di Strasburgo l’affermazione dei partiti nazionalisti, xenofobi, misogini e omofobi. Abbiamo bisogno che per esempio l’UE approvi in via definitiva la Direttiva orizzontale, lo strumento che obbligherà anche l’Italia a recepire norme antidiscriminatorie su età, genere, provenienza, credo, orientamento sessuale, disabilità (in pratica una legge Mancino europea), e che proseguano le azioni di tutela.
Insomma per noi le elezioni europee sono importanti, è bene che lo sappiamo e che ci riflettiamo in vista di domenica 25 maggio.
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