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Manifestazione Ambasciata Russa 17 febbraio 2014di Il Capo

L’articolo potrà apparire ai più ammantato di una certa qual malcelata omofobia, ma non è così, è dichiaratamente diretto contro la stupidità. Se qualcuno trova un nesso tra le due cose, non deve leggere questo quotidiano, ma investire il suo tempo da un bravo psicologo. O con un bravo gigolò.

A volte, anche in quel caso, le cose sembrano andare insieme.

Lunedì sera, leggere cronaca qui, il solito manipolo di terroristi frocinorosi si è ritrovato a Roma per manifestare davanti all’Ambasciata russa contro l’arresto e l’espulsione di Vladimir Luxuria, e per ricordare allo stato italiano che esistono anche le persone LGTBI. Che sono senza diritti. Che l’omofobia è imperante. E che probabilente nemmeno Matteo Renzi farà nulla. O farà poco.

Questa umile testata era lì. Pronta a farsi pestare. Per piacere masochistico evidentemente, non per amore per la giustizia.

Preciso che manifesta chi vuole manifestare e che nessuno ha l’obbligo di farlo. Preciso altresì che un obbligo c’è: quello di non rompere i coglioni alla gente che ci mette la faccia, il corpo e il rischio di essere pestata (era pericolosamente vicino nella serata di lunedì). Preciso che c’è un altro obbligo, un obbligo che persi come si è tra un social network e l’altro, tra postare una minchia qui e una chiappa là, tra lo spettegolare su questo spettacolo e su quel giornalista, tra la propria cultura omnicomprensiva che tratta di politica, cultura, musica, storia della letteratura, della straziante solitudine del bacello e degli orgasmi delle orchidee che abbiamo, come dire, un po’ perso di vista: è l’obbligo del rispetto per gli altri.

Lo dico a tutti coloro che hanno postato e scritto di tutto e di più: dalla bestialità più becera (un paio li abbiamo fatto bannare da Twitter, perché di idioti omofobi non ne possiamo più), a quelli che ci spiegavano come mai legalmente non potevamo fare un assembramento davanti all’Ambasciata Russa, come se noi che eravamo lì non lo sapessimo, agli altri che hanno accusato Luxuria di avere agito per vanità, a chi scriverà a Gaiaitalia.com stimato quotidiano, insultando l’autore di questo articolo, e via di questo passo.

La gratitudine umana non la si pretende, piuttosto si sa che si è costretti a sopportare l’in-umana stupidità – lo dicono molti saggi. Lo può dire anche questo idiota.

Ciò che succede però è che i diritti umani sono diritti di tutti: di chi si sbatte per ottenerli e di chi critica coloro che si sbattono dimenticandosi che di quei diritti godrà a sua volta, una volta approvati.

Allora mettiamola così, la pretesa che siate grati non ce l’ha nessuno, ma che non rompiate i coglioni con le vostre scemenze, sì… Quello si può anche pretendere.

Con tutto il rispetto, sia chiaro.

 

 

 

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