di Giovanna Di Rosa
Lo so che sono una signora, per questo mi censuro. Io un po’ di buon gusto ce l’ho. Il governo Letta pare proprio di no.
Il quotidiano l’Unità che stamane è organo di governo, prima di diventare stampella dell’Osservatore Romano nel pomeriggio e della sinistra [sic] PD stasera, informa che “archiviato il salva-Roma, l’ultimo treno normativo dell’anno sarà il Milleproroghe, che approda questa mattina sul tavolo del Consiglio dei ministri per decidere almeno su alcuni temi considerati «indifferibili»: gli affitti d’oro, il salva-Roma (quello vero, per assicurare alla capitale le risorse già previste per chiudere il Bilancio), la proroga dei pagamenti fiscali per le zone alluvionate della Sardegna, quella degli sfratti, il divieto di incrocio tra stampa e tv”.
Il governo Letta ha rimediato la più clamorosa figura di merda della storia recente, con il Salva-Roma che Napolitano gli ha imposto di ritirare ed ora con un nuovo decreto del non-si-capisce-una-madonna-di-quel-che-facciamo-ma-qualcosa-dovremo-pur-fare meglio noto come Milleproproghe che qualcuno ha già ribattezzato Millecentoproroghe, correggendosi poi immediatamente, Milleduecentoproroghe I’m afraid.
Il decreto contiene la proroga del blocco degli sfratti, ed un divieto antitrust che impedirebbe a chi possiede reti televisive di acquistare quote di giornali (la norma per la quale Silvio Berlusconi era stato costretto a cedere Il Giornale al fratello Paolo, e che si è visto quali risultati ha dato).
A questo link grazie a l’Unità stamane organo di governo in attesa di metamorfosi successive, la scheda di tutto ciò che il decreto dovrebbe contenere, ma non ulteriori dettagli sulla dopia figuraccia rimediata da Letta, dal PD e dai suoi alleati, come se di figuracce non se ne fossero già viste abbastanza.
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