Di fronte al consesso dell’United Nations Human Rights Council (UNHRC), riunitosi a Ginevra nei giorni scorsi, la Nigeria ha difeso a spada tratta le sue leggi antigay ed ha, in particolare, difeso il conosciuto Same Sex Marriage Prohibition Bill, la legge che costituzionalmente vieterà i matrimoni omosessuali nel paese, ma anche quelli dei anche dei nigeriani residenti all’estero, con pene che colpiranno anche i nigeriani che dovessero assistere a tali perverse cerimonie, approvata dal Parlamento lo scorso maggio, ma ancora in attesa della firma del presidente.
Il portavoce nigeriano ha usato la solita vecchia solfa del “matrimonio gay contrario ai valori nazionali” di un paese che non si fa scrupoli a varare una legge che considera adulta anche una bambina di dieci anni, magari sposata ad un uomo di cinquant’anni più vecchio, ed ha aggiunto che la dimostrazione che non esiste una cultura LGTB in Nigeria è data dal fatto che non esistono associazioni LGTB nel paese, tacendo sul fatto che se ci fossero i loro membri verrebbero ammazzati senza pietà.
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