L’On. Scalfarotto, relatore e primo firmatario della contestatissima, anche da noi, Legge contro l’Omofobia, ha rilasciato domenica al sito di Repubblica un’intervista dove spiega le sue ragioni intitolata “Non ho tradito, la legge è un passo avanti”.
Questa umilissima testata ha commissionato alcune interviste che speriamo riescano a chiarire quello che è il solito bordello all’Italiana: una legge fatta per accontentare tutti, ma che alla fine serve a pochi. O almeno così pare. Ma siamo un popolo d’ignorantoni che reagiscono di pancia con un parlamento di onniscenti che non sbagliano mai.
Nel dettaglio l’intervista offre anche argomenti condivisibili come quella che ricorda che la Legge, che dovrà ora essere migliorata al Senato, dove il PD dovrà trovare una maggioranza, ha impedito di cedere “al tentativo del Pdl di mettere l’omofobia tra le sole aggravanti generiche del codice penale. In più, abbiamo stabilito che esistono lesbiche, gay, bisessuali e transgender che hanno diritto di vivere in libertà, in pace e in dignità. Un messaggio che per la prima volta il Parlamento manda all’intero Paese“, o quando Scalfarotto sottolinea che non “…aveva senso fare una legge di una sola parte contro un’altra! Non sarebbe stato il passo avanti culturale che volevamo…“.
Poi spiega che cosa è in realtà ilcontestatissimo sub-emendamento Gitti, chiarendo: “… si riferisce a tutta la legge Mancino e non solo alla parte sull’omosessualità – dice che non costituiscono atti di discriminazione le ‘condotte’ delle organizzazioni di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione o religione a precise condizioni: che siano conformi al diritto vigente, assunte all’interno dell’organizzazione e riferite all’attuazione di principi di rilevanza costituzionale”; per noi mortali, Scalfarotto spiega poi come questo si risolve in soldoni: “Se chiedo il certificato di battesimo all’insegnante di una scuola cattolica la mia non è discriminazione dal punto di vista penale. Se l’insegnante, poniamo ebreo, vuole far causa, può farlo civilmente”.
Ivan Scalfarotto mette poi il dito nella piaga quando parla di associazioni LGTB, che non l’hanno mai amato, e che ora lo stanno contestando con ferocia a causa di una legge che ritengono ingiusta. “Faccio un mestiere diverso” dice e aggiunge che le associazioni hanno il dovere di rappresentare un mondo che on fa le leggi; “Ho il compito di fare delle leggi equilibrate, che passino”, continua Scalfarotto. Contesta a ragione il “meglio nessuna legge che questa legge”, punto di vista che anche noi abbiamo sostenuto con forza in più occasioni affermando, anche su altre testate con cui collaboriamo, che comunque una legge andava fatta. e ricorda che se la Legge avesse fatto schifo come dicono Sel e M5S (qui l’intervista a Giulia Di Vita) non si sarebbero astenuti, ma avrebbero votato contro.
Scalfarotto lancia quindi un affondo che non poteva risparmiarsi: “Chiedo alle associazioni omosessuali se credono di aver fatto tutto bene, in questi anni. Nel momento in cui per la prima volta otteniamo un riconoscimento della nostra esistenza e dignità, il fatto di dire che era meglio stare senza mi spiega come mai, noi, siamo senza niente”. Punto di vista che anche noi di Gaiaitalia abbiamo sostenuto più volte non senza ironia, dalla nostra rubrica La Pagina de La Lurida, ma noi non siamo politici in parlamento e non rappresentiamo che noi stessi.
Dopo la contestazione la replica indiretta dell’On. Scalfarotto e il nostro lavoro per cercare di capire un po’ di più di questa legge ed i suoi effetti nella società civile.
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