Erano trecentomila, uomini, donne e bambini, che bisogna educarli all’omofobia fin da piccoli, erano furiosi perché non gli erano stati concessi gli Champs-Elysées dopo che .
Il Sindaco di Parigi, ricorderete, gli fece causa e chiese i danni.
I bravi cristiani che pregano per le strade contro i diritti di tutti, sono ritornati manifestare e lo faranno anche dopo la scontata approvazione della legge perché dicono che “i bambini devono sapere da dove vengono”, soprattutto dove vanno e con chi, aggiungiamo noi, magari glielo facciano sapere prima di affidarli a certi preti.
Imbufaliti, dopo il rifiuto del Senato francese di ascoltarli, rifiuto giustificato da una lettera resa pubblica che farebbe vergognare chiunque fosse dotato di un minimo di autocritica, i manifestanti anti-gay intendono continuare la loro sterile battaglia ad oltranza, forti dei loro numeri (si spacciano per milioni) per insegnare l’intolleranza qualora la società fosse così incosciente da dimenticarla.
Nel frattempo, tra tutti i loro slogan buonisti, hanno anche sfidato il no della Polizia al cambio di percorso con conseguenti incidenti e lancio di lacrimogeni. Perché la pace sociale è una roba seria.