Nello stesso giorno in cui l’Unione Europea, attraverso la Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, dava un altro colpo di clava alle politiche discriminatorie nei confronti delle coppie dello stesso sesso, con buona pace di Casini, Buttiglione, Binetti e Giovanardi, il candidato presidente della Lombardia Ambrosoli, rilanciava la solita vecchia storia chiamata registro delle Unioni Civili, come se si trattasse della notizia del giorno.
Non ho nulla contro Ambrosini, se fossi a Milano lo voterei anche, ma mi sembra che francamente questa cosa poteva anche risparmiarsela: un registro delle Unioni Civili serve a poco, per non dire a niente, e di leader politici che fanno l’occhiolino alla comunità lgtb ne abbiamo visti fin troppi. Li lasci in pace, almeno lui.
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