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Imma Battaglia, una pasionaria alla Regione Lazio. L’intervista

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ImmaBattaglia01di Maximiliano Calvo

Può piacere o no, ma Imma Battaglia è un rullo compressore. Quando ha un obbiettivo in testa si trasforma in una macchina da guerra, come ricorderanno i partecipanti al Wirkd Pride del 2000, quando, come presidentessa del Circolo Mario Mieli, organizzò un evento straordinario. Ora per lei è giunto il momento della candidatura. Della discesa in politica nella Lista Civica per Nicola Zingaretti alle elezioni regionali del Lazio del maggio prossimo. E’ un piacere ospitarla sulle nostre pagine.

L’intervista:

Innanzitutto complimenti per la sua candidatura, nel suo cognome un destino, la immaginiamo battagliera e combattiva, sembra che finalmente qualcosa si stia aprendo per le coppie lgtb italiane, lei cosa pensa?

Immacolata Battaglia. Nomen omen: nel mio nome, un destino che mi porta a lottare contro le ingiustizie in tutti i settori con cui mi confronto. Sono conosciuta soprattutto come attivista per i diritti civili, ma nella vita lavoro come dirigente per un’azienda specializzata in SOA, BPM e Business Analytics. E, come sistemista, metto al primo posto lo sviluppo e i diritti dei lavoratori. Mi impegno per i diritti di tutti e per la dignità di ognuno. In effetti, il clima dei diritti sta mutando. Alcuni stanno regredendo, come il diritto al lavoro e ad una vita dignitosa. Per i diritti civili sembra esserci una nuova stagione, almeno in Europa. L’Assemblea Nazionale Francese ha approvato il disegno di legge sul matrimonio gay, pochi giorni dopo il Regno Unito. Non esiste manifestazione, per quanto potente, che possa impedire la piena evoluzione di una società sensibile ai diritti dei cittadini; così come in tutte le grandi battaglie culturali e sociali a venire premiato é il percorso di maturazione dove si incontrano simultaneamente la società e la politica. In Italia questo processo è più lento, ostacolato da poteri forti che si esprimono in forme contraddittorie. Per Monti, ad esempio, sui diritti occorre essere europeisti, ma tutto dipende dall’autonomia del Parlamento. Io credo che la società italiana sia matura per il grande passo delle unioni civili e per l’uguaglianza, senza limitazioni. La parola che attendiamo di sentire è una soltanto, chiara, adamantina, inequivocabile: uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.

Ci sono molte persone LGTB che delle promosse dei politici, anche di quelli del cosiddetto “movimento” non ne possono più. E’ una domanda e non
è assolutamente polemica, serve davvero essere eletti senza poi avere i mezzi per potere votare leggi a favore di chi è ancora discriminato?

Io credo che la Regione sia il soggetto più vicino alle esigenze delle persone. In attesa di leggi nazionali sui matrimoni e sulle unioni civili, essa può e deve elaborare soluzioni concrete temporanee che prevedano forme di tutela per tutte le coppie di fatto, anche dello stesso sesso, sui temi legali, sanitari ed economici più urgenti (ricovero, abitazione). Per questo ritengo di poter lavorare concretamente per garantire servizi concreti nella vita delle persone, gli stessi che stiamo portando avanti da tempo nell’Associazione Di’Gay Project, di cui sono presidente.

La posizione di Zingaretti sulle coppie omosessuali?

Difesa delle donne e leggi contro l’omofobia: sono i temi che Zingaretti pone al primo posto e che mi rendono fiera di sostenerlo: anche nel mio programma c’è il potenziamento dei consultori e dei centri antiviolenza, il sostegno giuridico nei processi per violenza sessuale, politiche antidiscriminatorie e piani di azione contro l’omofobia per garantire concretamente pari opportunità per tutti i cittadini. Insieme possiamo veramente costruire una politica diversa.

Lei è una figura storica del movimento omosessuale romano, ideatrice del Gay Village una delle vetrine culturali più interessanti della capitale, per di più trasversale, intende continuare a muoversi su questi binari una volta eletta?

Il Gay Village in poco tempo è diventato uno dei riferimenti della comunità gay e dell’estate romana. Nel 2011 ha meritato il Best Event Awards, il premio assegnato dall’Agenzia della Comunicazione ai migliori eventi organizzati in Italia. Puntiamo sull’intrattenimento, ma soprattutto sulla cultura, che credo sia uno dei temi centrali per il rilancio del nostro sviluppo. Vorrei investire quindi sull’intrattenimento musicale, teatrale e cinematografico, promuovendo festival dedicati alla valorizzazione della produzione creativa lgbt e soprattutto portali tematici allo scopo di definire un’unica offerta turistica regionale integrata, rivitalizzando contemporaneamente l’indotto economico legato alla cultura (hotel, ristorazione, etc.) e riattivando il un fermento culturale che possa attrarre artisti internazionali e grandi investitori per un nuovo rinascimento. Vorrei infine potenziare gli studi di genere con percorsi formativi nelle università italiane e la realizzazione di un Centro di riferimento culturale lgbt.

Il ritardo cronico sulle questioni lgtb italiane non è dovuto anche a una mancanza di capacità di parlare a tutti e non solo al proprio ombelico
come Arcigay fa da sempre ad esempio?

Credo profondamente nella trasversalità della comunicazione e nel potere del confronto aperto. Trincerarsi dietro una comunità ristretta e non aprirsi al mondo esterno si traduce in forme di ristagno e vittimismo improduttive rispetto alla crescita di tutto il movimento. E’ il motivo per cui il Gay Village è nato e si è sviluppato come luogo esclusivo che non esclude nessuno, la casa dei gay aperta a tutti, contro ogni forma di discriminazione. Ed è la ragione per cui la mia azione politica è sempre stata improntata al dialogo libero con tutti gli attori istituzionali, fuori da ogni ideologia. Non tutti sono stati in grado di comprenderlo, ma io sono sempre stata fiera del mio percorso anticonformista, invendibile, indomabile, che mi ha portata a lottare per i diritti dei gay e, oggi, di tutti i cittadini.

Il suo programma elettorale?ImmaBattaglia00

Vorrei mettere a disposizione della società civile la mia grande esperienza professionale e sociale ed il mio profondo senso di responsabilità per contribuire a ricostruire la politica sui valori che hanno caratterizzato da sempre la mia vita: lavorare con onestà, trasparenza e rispetto delle regole per ridurre i costi della politica e per restituire alle persone i loro diritti e soprattutto quella cittadinanza onoraria che si chiama dignità, intesa come diritto alla salute, al lavoro e alla speranza nel futuro. Il mio programma vuole coniugare gli aspetti strettamente legati alle tecnologie e all’economia con quelli inerenti il mio ventennale attivismo dedicato al mondo lgbt. Per questo si intitola Diritti civili e non solo, perché rispecchia le mie inclinazioni, solo apparentemente inconciliabili: il mio perenne nomadismo tra il mondo ferreo e implacabile delle leggi matematiche e quello multicolore della cultura e del sociale. Punto in primis sulle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) come abilitatori di innovazione e facilitatori del cambiamento. E’ mio obiettivo applicare l’innovazione tecnologica a tutti i processi di competenza della Regione Lazio per migliorare il rapporto tra l’amministrazione regionale e i cittadini e le imprese, ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili in funzione delle priorità reali dei cittadini (e non della politica), combattere la corruzione attraverso la trasparenza. Sosterrò l’Agenda Digitale, snodo cruciale per l’ammodernamento e la digitalizzazione dei servizi pubblici. Vorrei impegnarmi poi con politiche concrete di lotta all’omofobia, alla trans fobia, alla violenza sulle donne. Vorrei restituire un futuro ai nostri giovani puntando su uno sviluppo a forte vocazione europea. Il mio programma dettagliato è all’indirizzo www.unvotoperimma.it.

Perché un elettore dovrebbe votare per Lei?

Per la mia onestà e per il mio impegno per i diritti e l’uguaglianza delle persone che hanno costellato ogni momento della mia vita.

Come vede il suo futuro in quest’Italia così complicata, per di più devastata dalla crisi economica? Come restituire fiducia agli elettori e ai cittadini? 

Oggi sono direttore commerciale di una media azienda italiana, che cresce ogni anno e che ha posto il diversity management come caposaldo del proprio percorso, per me motivo di grande orgoglio. Il mio cammino professionale ed umano è la dimostrazione che le aziende italiane possono tornare a crescere e soprattutto che la rinascita è nelle nostre mani. Non dobbiamo lasciarci schiacciare dalla paura, né sottometterci all’esterofilia: io parlo inglese, italiano e “napoletano”. Forse è il mio essere orgogliosamente partenopea ad avermi tolto ogni complesso di inferiorità, ad avermi fatto andare avanti a testa alta nei momenti difficili. Oggi lo stesso orgoglio mi fa rilanciare il mio impegno a favore dei diritti civili secondo nuove priorità, soprattutto nella consapevolezza che oggi essi passano necessariamente per il diritto al lavoro e ad una vita dignitosa che permetta a tutti di continuare a sognare il proprio futuro. Con questo obiettivo, come manager, vorrei mettermi a disposizione della società e del Paese per restituire a tutti il sorriso e la fiducia nell’amore e nella vita.
Alcune cose da fare subito in Lazio…

Istituzione del Registro regionale delle unioni civili e una legge regionale per elaborare soluzioni concrete immediate che prevedano forme di tutela per tutte le coppie di fatto, sui temi legali, sanitari ed economici più urgenti. E Last Minute Market: risorse per la gestione della filiera dei prodotti alimentari non più vendibili al pubblico (in quanto deteriorabili in breve tempo) da parte dei grandi centri commerciali, da destinare ai meno abbienti attraverso celeri sistemi di distribuzione porta a porta. Politiche mirate di sostegno alle famiglie numerose e alle fasce deboli (anziani soli, malati, famiglie giovani, disoccupati), maggiormente vessati dalla crisi.

Possiamo fidarci di lei?

Dovrebbe porre la domanda al milione di persone venute a Roma nel 2000 per il World Gay Pride, che si sono fidate soltanto di una mia promessa.

 

Imma Battaglia Sito

Imma Battaglia, storica attivista lgbt, presidente (dal 1995 al 2000) del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, nel 1994 partecipa all’organizzazione del primo Gay Pride italiano e a luglio del 2000 realizza a Roma il primo World Gay Pride, che conta oltre un milione di persone. Nel 2001 fonda l’associazione di promozione sociale Di’Gay Project, con il fine di realizzare attività, campagne, progetti di volontariato in difesa dei diritti umani, contro ogni forma di discriminazione. Attualmente ricopre l’incarico di presidente. Nello stesso anno, con alcuni collaboratori, dà vita al Gay Village. Promotrice di molteplici iniziative dedicate al sociale, con particolare sensibilità per il mondo giovanile, prende parte attivamente al dibattito politico pubblico attraverso dichiarazioni, interventi e articoli in rete e sulla carta stampata, consultabili sul sito internet www.digayproject.org. Per quanto riguarda la carriera lavorativa, Imma Battaglia è laureata in matematica. Impiegata dal 1983 nel settore ICT. Attualmente è dirigente della Meware srl, azienda specializzata in SOA, BPM e Business Analytics. E’ candidata nel Collegio Lazio 1 al Consiglio regionale con la lista civica di Nicola Zingaretti.

 

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