di Fabio Galli twitter@fabiogalli61
Di nuovo in poltronissima, Sanremo 2013, altri pop corn, birretta e cola e mon amour. Seconda serata: un festival lgbt? Mmmmmh vediamo.
Primo colpo al cuore Raiz, Almamegretta: ieri sera era più Bear del solito… i commenti su twitter si sprecavano: ma è gay? ma chi è quello li? (“con le gambe come due tinozze” come canterebbe Mina)… e via, e via vabbè io sono solo rimasto a boccaperta un po’ per la presenza scenica e un po’ per i due brani che a Sanremo non so quanto c’entrassero.
Poi la sfrantah Asaf Avidan che diveggiava… non so mi lascia perplesso ma era davvero rappresentativo. Ma veniamo al dunque del mio dire, Il postino (amami uomo), di Renzo Rubino, è stata una piacevole sorpresa. Un testo ben costruito, una storia non lacrimevole, finalmente. Non si poteva pretendere molto di più da Rai1 ma l’effetto c’è stato, ha osato parlare di un uomo con un uomo “toccami fiero”.
Davvero delicato nel trattare la normalità di un argomento già normale di per sé. Senza lustrini o piume di struzzo, mossette e finti divismi, la parte che di un gay viene comunemente accettata perché riconoscibile.
Spesso i gay non sono macchiette. Che Renzo sia gay o no non ci importa, ha raccontato con dignità una storia dignitosa in quattro minuti. Già per questo mi è piaciuto: punto e a capo.
“Prendimi, apparecchiami… amami uomo con le mani da uomo”.
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