Parrebbe che la sopravvivenza di Arcigay sia in serio pericolo: non possiamo che raggrelarci della lieta novella. Il sito Gay.it scrive un interessante articolo sulle ragioni per cui molti dei locali tesserati Arcigay (e ARCI, che una cosa tira l’altra) non ne vogliono più sapere.
In soldoni locali e saune portano ”all’associazione il 95 percento degli iscritti e alle assemblee” e contano ”il 5 percento” questo per il famoso ”primato” delle associazioni ”politiche” rispetto ai locali. Insomma, come sempre in Italia, la minoranza comanda sulla maggioranza. Non vorremo che quelli che pagano siano anche quelli che votano, no? Il parlamento insegna.
Cosí che si offre una tessera alternativa, stesso prezzo, senza Pegaso, senza Arcigay. Uno dei dirigenti dell’associazione, che stranamente chiede di rimanere anonimo (che abbiano imparato la discrezione?) spiega che ”il vero malessere dei commercianti affiliati nasce da quando Patanè ha deciso di introdurre controlli che prima erano inesistenti. Sono stati chiesti i contributi di affiliazione che fino a quel momento nessun altro presidente aveva chiesto. Senza parlare delle spese di gestione del tesseramento che dalla gestione Patanè sono diventate tracciabili mentre prima incredibilmente non lo erano”.
E che c’è di male? L’idea di associazionismo chiuso e autoreferente di Arcigay è atnto radicata che nemmno si è liberi di creare un altro circuito se si vuole? Dove stiamo, nel PCUS?
L’aria che tira mette in pericolo la sopravvivenza di Arcigay: siamo costernati. Dopo che sí importante associazione aveva aperto addirittura una sede di rappresentanza a Roma, che fa cosí chic. Dopo che era cresciuta in risultati, cosí tanti e importanti, da avere bisogno di presidenti onorari che le cariche le distribuiamo come il pene (non è un errore di battuta) da quelle parti qua…
La minaccia di fanculare Arcigay da parte dei bar, dei locali e delle saune si aggiunge a quella del Cassero di Bologna di andarsene. Insomma, se volevano mettersi una poltrona sotto il culo dovevano fare un golpe invece di romeprci i coglioni a noi. Lo dissero i Bronkovitz molti anni fa. L’intelligenza è sempre attuale.
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