
La denuncia – grido d’allarme, grido per gridare, non so neanche io perché grido in un paese dove gridano tutti – è raccolta da l’Unità, nella sua versione on-line, ed è di un professore che si trova a fare
i conti con un programma didattico (se così si può chiamare dopo le varie riforme Gelmini) da rispettare e non ha più tempo di interrogare gli alunni. Il professore è costretto a fare ”le prove orali, scritte”, un ossimoro, ma non è colpa nostra e forse nemmeno sua. Dopo avere tolto ai ragazzi la verità, il lavoro, il futuro e ora anche la parola, cosa toglierà ancora quest’Italia onnivora e decadente alle giovani generazioni che parlano (scrivono) solo attraverso le reti sociali?
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