di Marco Biondi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Clima
Se diamo una rapida occhiata a quanto sta succedendo intorno a noi, abbiamo mille ragioni per essere preoccupati, e tanto, per il futuro del pianeta e delle generazioni future.
Partiamo dall’ambiente. La calotta polare che si scioglie, le isole dei rifiuti di plastica che si formano negli oceani, la qualità dell’aria sempre più compromessa, il buco dell’ozono che invece di ridursi si allarga, solo per citare gli argomenti più noti. E il Mondo cosa fa?
Negli Stati Uniti il popolo elettore continua a dare fiducia a Trump, il quale, come noto, sostiene che questi temi sono tutta un’invenzione e disdice l’accordo di Parigi da parte degli Stati Uniti firmato da Obama solo un paio di anni prima. Com’è possibile pensare che alla maggioranza degli elettori statunitensi non interessi il futuro dell’umanità?
La Cina e tutto l’Estremo Oriente, ormai nella loro totalità prima potenza industriale del pianeta, ci presentano città invivibili, con aria irrespirabile e cappe di smog che nascondono il cielo per mesi. Ma al di là degli impegni formali presi con l’accordo di Parigi, sembrano lontanissimi dall’adottare misure concrete per abbattere la produzione di inquinanti.
Da noi non è che ci stiamo sbattendo più di tanto, per la verità. I cumuli di immondizia sparsi nella Capitale non generano reazioni. Tutto diventa normale, anche questo. E quando c’è l’occasione per far capire all’amministrazione a 5Stelle che è immorale andare avanti così, solo un sesto degli elettori si sforza e va a votare un referendum che avrebbe potuto mandare un segnale fortissimo contro la Sindaca Raggi e la sua banda. D’altra parte consentiamo che il sistema di smaltimento rifiuti continui ad essere, per molte zone, sotto l’incontrastato controllo della malavita organizzata, molto più interessata allo smaltimento generalizzato piuttosto che al riciclo.
In Francia, la capitale è messa a ferro e fuoco. Per cosa? Per protestare contro l’aumento della benzina. In Italia la benzina è aumentata con desolante regolarità dagli anni ’60, sotto tutti i governi possibili, ma a nessuno è venuto in mente di bruciare e devastare le città. Se questa forma di ribellione viene accettata, significa che ci avviamo verso un far west dove ognuno è legittimato a farsi giustizia da solo. Lo so, è la strada che vuole imboccare Salvini, ma è quella sbagliata.
Il continente africano è una polveriera, sempre più sotto ricatto dai vari dittatori e despoti, sempre in guerra, sempre con gente che muore. E con la continua ricerca di pretesti per sfruttarne gli abitanti, nell’indifferenza di tutti.
Quando poi lo sviluppo della civiltà inevitabilmente porta conoscenza ed informazione e chi può cerca di mettersi in salvo, ecco il fenomeno migrazione che mette a serio rischio gli equilibri della vecchia Europa. E i paesi europei cosa fanno? Cercano di mettersi d’accordo per gestire insieme il problema che, di per sé, potrebbe persino rappresentare una opportunità, visto la crisi della natalità nel nostro continente? No, per niente. Anzi, l’immigrazione diventa terreno di conquista politica e la “caccia al negro” rievoca tristemente le abiure della guerra di secessione statunitense.
D’altra parte nei Paesi della Comunità Europea, i partiti sovranisti, i populisti, gli estremisti nazionalisti stanno continuando ad accrescere i propri consensi. Le imminenti elezioni del Parlamento Europeo temo ci daranno esiti sconfortanti e porteranno i Paesi a guida sovranista in posizioni di forza costringendo le vecchie democrazie a scendere a patti, ed a frenare qualsiasi percorso di evoluzione democratica e di civiltà.
Il buon senso, il rispetto degli altri, l’umanità sono tutti sentimenti che stanno scomparendo. Tristemente. E “l’uomo” inteso nel senso di abitante di questo pianeta, si impoverisce ed accentua in modo sempre più esasperato, il proprio egoismo, nella ricerca di una zona di benessere privato, incurante di quanto lo circonda. Persino di quello che potrebbe, nel tempo, metterne a rischio addirittura l’incolumità.
In politica, il consenso verso quei partiti che invocavano giustizia sociale e redistribuzione del reddito, continua inesorabilmente a precipitare. Temi che non interessano più. Quello che interessa oggi è l’odio. Odio verso chi governa, verso chi ha potere, verso chi possiede quello che le masse non riusciranno mai ad avere. Odio e voglia di distruzione. Con una prospettiva temporale azzerata. Nessuno sguardo al futuro, nessuna preoccupazione di quanto troveranno le generazioni future.
Nel dopoguerra in Italia, i padri lavoravano per assicurare un futuro più roseo per i loro figli. Si investiva sul futuro. Oggi, si guarda solo al presente. E se si riesce a far male a qualche potente, l’ego è soddisfatto. Altro non serve.
Se guardiamo a casa nostra, capiamo quanto poco contano per i nostri elettori
I valori morali. Nulla. Se l’attuale Governo continua a godere del favore di quasi il 60% degli italiani, significa che anche il venir meno alle promesse elettorali non ha importanza. L’unica cosa importante è aver abbattuto quello che era stato venduto come il nemico da abbattere. Renzi col suo PD. Raggiunto quell’obiettivo, nulla serve più. Non fa nulla se il Paese va in malora, il costo dei mutui aumenta, i posti di lavoro diminuiscono, gli investitori esteri fuggono. Nulla conta. Renzi è stato abbattuto. Vittoria.
A questo punto viene da chiedersi cosa poter fare per invertire la tendenza e per farlo bisognerebbe capire cosa ha generato questo dissolvimento morale.
Io sono convinto che la politica, in senso lato, abbia deluso tanti. Da chi avrebbe il compito di lavorare per farci stare meglio, siamo arrivati ad avere nella concezione comune la “casta” che si mangia tutto il possibile alle nostre spalle. Purtroppo la ricostruzione di sentimenti di sincera democrazia è un fatto culturale che richiede anni. Forse generazioni. E che dovrebbe partire dalla scuola, oggi però nella mani di chi ha tutto l’interesse a far prosperare ignoranza e incompetenza.
Forse, davvero, nel piccolo del nostro Paese l’unica speranza, non certo per risolvere il problema, ma almeno per affrontarlo, sono i comitati civici. Slegati dai partiti, legati a cittadini di buona volontà che si mettono a disposizione per il bene comune.
La sensazione è che si cerchi di svuotare il mare con un cucchiaio, ma forse la soluzione non è così tragica. Io, nel mio piccolo, ci voglio provare.
Possiamo solo darci da fare con umiltà e serietà e vedere cosa succede. Prima o poi, anche i più scettici, potrebbero ricredersi e contribuire a loro volta al ripristino di valori di umanità e democrazia oggi seriamente a rischio estinzione.
(4 dicembre 2018)
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