di Daniele Santi #lavoro twitter@gaiaitaliacom #notizie
Ascoltavo la scorsa notte una trasmissione di Radio24 attraverso la quale numerosi imprenditori della ristorazione rendevano nota la loro “enorme” difficoltà nel reperire “personale di sala”, volgarmente noto come “cameriere” o “camerieri” perché “i giovani”, nonostante stipendi che partono da cifre di circa 1500 per arrivare anche a 5000 euro mensili, non fanno quel mestiere perché non vogliono lavorare “il sabato e la domenica”. Ciliegina sulla torta: “Non sopportano si facciano loro osservazioni”.
Si potrebbe commentare con un sacco di sottigliezze, ma stamattina non ne ho voglia, in più la notizia si commenta da sé. Cosa importa se abbiamo quotidianamente esempi di migliaia di persone che fanno file di ore per cercare di guadagnarsi la gloria di un social o una poltrona in parlamento via web: tutto fuorché lavorare con il sudore della fronte.
Mi viene il mente il racconto di un amico imprenditore il quale, avendo bisogno di una persona che parlasse, comprendesse e scrivesse in inglese fluentemente, si sentì rispondere ad un colloquio (che tenne in Inglese) da una candidata: “Io conosco benissimo l’Inglese, è Lei che parla troppo in fretta e non mi fa capire”.
L’episodio risale ad una decina di anni fa, forse di più. Ed era già l’inizio della fine.
(29 marzo 2018)
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