di Emilio Campanella, twitter@gaiaitaliacom
Da quando il tram collega Venezia con Mestre ed oltre, arrivare a Forte Marghera è diventato facilissimo. C’è una fermata omonima, un viottolo fra le erbe alte, un attraversamento stradale da fare con molta attenzione, e poi ci si avvicina all’ingresso principale di questo luogo affascinantissimo, come un grande parco costellato di edifici ancora molto in rovina, ma di grande forza, ed alcuni dei quali restaurati con grande attenzione. Luogo molto animato nelle serate estive, ha una bella organizzazione di locali differenti per la ristorazione, una colonia di magnifici gattoni, una tranquillità fuori dal traffico, pur essendo poco lontano dal centro della città.
In questi mesi ci sono due occasioni importanti legate al mondo dell’arte: un padiglione decentrato della Biennale, con importati installazioni e video e sull’altro lato del viale per l’evento Contemporaneo, Musei Civici Veneziani, Venezia 2017, Gruppo di famiglia, una scelta di trentatré capolavori della scultura da fine Ottocento e fine Novecento, scelti fra le opere del Museo Internazionale d’Arte Moderna di Ca’Pesaro; su due pedane, altrettanti grandi gruppi di opere divise per epoca; quelle figurative, e quelle astratte, lungo pareti opposte. Quattro sole, solitarie ed illuminate come tutte le altre, naturalmente, con grande cura: Piastra di Aldo Calò, del 1962, Hiper Ovum Spaziale di Mirella Bentivoglio, del 1992, opera in legno di tiglio, sospesa e le cui ombre incrociate si allungano, sapientemente sul pavimento; il Nudo di Alberto Viani del 1951, ed il Cardinale di Giacomo Manzù del 1955. I due gruppi, nutriti e su praticabili ad altezze sfalsate, sono come cori di tragedie antiche, voci forti ed intense, ma anche silenzi pensosi e meditativi. La mostra sarà aperta sino al 5 novembre prossimo, e l’orario di apertura è dalle 15 alle 22, mentre il Padiglione della Biennale è aperto dalle 12 alle 20 sino al 26 novembre. Un consiglio pratico: se le calure estive sono ormai drasticamente passate ed il percorso dal tram non risulta più troppo faticoso per la temperatura, di converso occorre fare attenzione alla pioggia essendo il pur breve itinerario completamente allo scoperto; un ombrello può non bastare, possono spirare venti molto forti con il rischio d’inzupparsi assai rapidamente.
Ritornati sani e salvi alla fermata del tram, si risale e si scende al capolinea di Mestre Centro; in pochi minuti si raggiunge il Centro Culturale Candiani dove, sino al 5 novembre si può visitare il terzo “Corto Circuito, dialogo tra i secoli” e , a seguire, Attorno a Klimt ed Attorno a Tiziano. Il titolo è: Attorno alla Pop Art nella Sonnanbend Collection, da Johns a Rauschemberg, da Warhol a Lichtenstein a Koons. Una scelta oculata e coerente, di nomi determinanti ed opere di riferimento, da una delle collezioni d’arte contemporanea più importanti al mondo. Esposta con grande sobrietà. Semplice mostra di opere di grande forza. Da un certo punto di vista, il risultato maggiormente riuscito dei tre, pur con un successo di pubblico pare piuttosto limitato.
L’esposizione si apre con il doppio ritratto di Ileana Sonnanbend, di Andy Warhol del 1973, ed accanto, quello di Michael Sonnanbend, di George Segal, sua scultura tipica, del 1963; poi si passa a Schifano ed Arman, l’Empaquetage sur diable, del 1964, di Christo, L’uomo seduto di Michelangelo Pistoletto, del 1963, poi Jasper Johns; tre opere di Rauschenberg, tre di Jim Dine. Warhol la fa quasi da padrone, ma non mancano né Tom Wasselman, né James Rosenquist, Claes Oldemburn e John Chamberlain. Sette lavori di Roy Lichtenstein su supporti di diversa natura e con tecniche diversificate, fra cui Little Aloha del 1962, che ha l’onore di rappresentare la manifestazione.
In chiusura Haim Steinbach e Jeff Koons. Una magnifica scelta, contenuta, e di altissimo valore e qualità artistica. Non amo tutti gli artisti scelti, alcuni invece moltissimo, ma ritengo che costituisca un esemplificativo campionario, per dire così, in modo da dare l’idea dell’importanza della collezione. Il piccolo, agile catalogo è edito a cura dei Musei Civici Veneziani e dalla Sonnanbend Collection Foundation.
(16 settembre 2017)
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