di Il Capo
Berlusconi ha la gravissima responsabilità storica di avere sdoganato la peggior feccia politica che si sia vista negli ultimi vent’anni, prima dei 5 Stelle, riuscendo in qualche modo – non vogliamo entrare nei dettagli, rispetto ai quali si potrebbe dire tutto ed il suo contrario, rimanendo sempre lontanissimi dalla realtà dei fatti – a mettere insieme la Lega Nord dei capolavori finanziari delle banche allegre e degli scandali dei soldi spesi da componenti della famiglia di Umberto Bossi per i fatti loro (vedere recente condanna), l’Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini buttato poi fuori a male parole ed i più impreparati uomini politici che si fossero mai visti. Che oggi riesca a dire alla vigilia di una campagna elettorale che è tutta una montatura (chiarissimamente nessun candidato del centrodestra è lì per vincere), che la Lega a Roma è formata solo da fascisti, non può che far pensare che lui stesso conosca meglio i fascisti di chiunque altro, forse per memoria storica. O per passione personale. Le passioni fanno leggere.
Di fatto il suo impresentabile candidato, messo lì per perdere, e le politiche dell’ottantenne che si sente alle soglie della pubertà, non possono che far sorridere chi ritiene di poter vedere dietro a questi giochetti (i suoi con Bertolaso, la candidatura di Meloni, la discesa in campo di Tosi, e via destreggiandosi) una smarcatura dall’impegno per la poltrona della Capitale lasciando M5S e Pd a scannarsi lungo l’agone elettorale ed eventualmente appoggiando la candidata Raggi, già al lavoro negli uffici del suo amico (di Berlusconi) Previti, al secondo turno.
Tutte le accuse di fascismo sono solo parole per cercare di ripulire l’immagine di una candidato nato morto come Bertolaso.
(16 marzo 2016)
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