di Mila Mercadante twitter@Mila56102367
C’è una vignetta di Charlie Hebdo che ha scandalizzato molti, anche la zia di Aylan. La vignetta raffigura un uomo col muso di un maiale nell’atto di rincorrere una donna; in alto a sinistra c’è un riquadro col disegno di Aylan spiaggiato, accanto c’è scritto “Cosa sarebbe diventato il piccolo Aylan se fosse cresciuto? Un palpeggiatore di chiappe tedesche”. Un bello sberleffo alla UE e ai media, alle fesserie che ci hanno detto prima e che sono direttamente proporzionali alle fesserie che ci dicono adesso. In un batter d’occhi di fronte alla prospettiva dell’accoglienza siamo passati dagli applausi di benvenuto al “Raus” pronunciato col dito medio sollevato. Un gran risultato.
L’Europa a livello mondiale è il territorio geografico con il ricambio demografico più basso e con il maggior numero di anziani. Le nascite sono già da anni al di sotto della soglia considerata accettabile (2,1 figli per donna), quella che sarebbe appena sufficiente a scongiurare il pericoloso invecchiamento della popolazione ma che non basterebbe certo a invertire una tendenza che comporta cambiamenti notevoli a livello economico, politico e sociale, sia per gli Stati membri più ricchi che per quelli che arrancano. Il problema – che non riguarda in maniera omogenea tutti gli Stati membri – è serio. Per tentare di risolverlo con metodi a dir poco scriteriati la UE sta facendo un gran male ai migranti (tra l’altro li importa come merci a loro rischio e pericolo) e farà male a noi, soprattutto alle fasce della popolazione europea più deboli, più indifese, meno acculturate e per questo più influenzabili. Ci scanneremo gli uni con gli altri. Ci odieremo. Noi odieremo loro – i più poveri tra i poveri – e loro odieranno noi. Non è colpa dei migranti e non è colpa nostra, è solo colpa dei governanti, della stampa embedded e di una Unione Europea che non ha più niente da dare. Certe cose vanno organizzate per anni e anni e ancora anni con pazienza e lungimiranza, a cominciare dalla politica estera.
L’aria intorno intanto diventa sempre più elettrica, percorsa dall’affanno. Con un’aria così pare sempre che stia per succedere qualcosa, ma non si capisce con esattezza cosa. Tutti presagiscono senza dire né concertarsi né decidere un bel niente, senza prendere accordi. Si agisce qua e là, disordinatamente, ognuno per conto proprio, ognuno come gli conviene.
Per paura delle molestie alle donne un sindaco decide di vietare ai rifugiati l’ingresso nella piscina pubblica di una cittadina tedesca. Per prevenire le risse qualche titolare di bar in Austria mette un bel cartello in vetrina con su scritto “vietato l’ingresso ai rifugiati”. Per paura che gli uomini stranieri non abbiano paura degli uomini europei certi picchiatori italiani con tanto di marchio di fabbrica massacrano di botte gruppi di irregolari: è prevenzione. Per paura di trovarsi il paese invaso dagli stranieri i governanti dell’est – che non si sentono responsabili dei disastri provocati dall’occidente in Africa e in Medio Oriente – bloccano gli accessi alle frontiere. Per protestare contro la UE che non sa gestire la situazione l’Austria sospende Schengen, così non solo diventa complicatissimo entrare in Europa, ma anche uscirne. Per paura del terrorismo la Francia si rafforza con leggi straordinarie, cambia la Costituzione e accantona tre bellissime parole che l’hanno resa orgogliosa fino a ieri. Per far sbollire gli entusiasmi dei “profittatori” che credono di ricevere facilmente sussidi e vantaggi, i danesi pensano di requisire i beni dei profughi e insieme alla Svezia inaspriscono i controlli ai confini. Per paura dell’arrivo della bella stagione – durante la quale i flussi migratori aumentano – la Commissione europea per conto di Germania e Francia vuole istituire controlli alle frontiere con la Guardia europea, una forza militare sovranazionale col mandato di agire anche senza il consenso dello Stato in cui essa si trova. A me già manca l’aria, a voi no? C’è ancora qualcuno che ha la faccia tosta di denominare tutto questo casino “progetto umanitario”? Finirà male. Tempo al tempo e avremo le leggi razziali, sia che il Moloch UE rimanga in piedi, sia che crolli sotto il peso dei suoi fatali errori.
(20 gennaio 2016)
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