di Giancarlo Grassi
Il giorno in cui il Nano Horribilis decise di fare saltare il famoso Patto del Nazareno privando il M5S dell’unica arma – a parte le grida – che aveva contro Renzi (ora vediamo cosa risponderanno i Pentastelluti alle proposte del Pd), il Partito Democratico ha risposto più o meno “Sopravviveremo” dichiarando che il cammino intrapreso continuerà.
Con andreottiana abilità il premier/segretario aveva sparigliato le carte a Forza Italia i cui componenti sono più ambiziosi che intelligenti, basta vedere come hanno ridotto il Paese, e con l’elezione di Mattarella ne aveva provocato l’implosione. Ora Fitto dice basta, il Berlusca fa il capo, Brunetta pestaviolentemente a terra gli augusti piedini per manifestare la sua contrarietà ed Alfano, il figliol prodigo, garantisce stabilità al governo.
Non è questo un capolavoro di per sé. Non si celebra Renzi in questa sede, si constata, con l’accento giusto, che non è sulla “o”, che con una certa abilità si sta mettendo all’angolo, con lentezza e inesorabilmente, il Principe decaduto perché disgraziatamente, ci piaccia o no, con quel principe – che controlla con la forza del potere e del denaro, se non con quella della capacità politica, un partito del 15% – i conti bisogna farli. Almeno finché lui è lì. E non si può lasciare tutto in mano al tempo.
(5 febbraio 2015)
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