di G.T.
Il 9 novembre di 25 anni fa, nel 1989, i tedeschi distruggevano a colpi di piccone il muro che per anni aveva diviso famiglie, sogni, ideali, esistenze, riversando su ogni colpo di piccone rabbia, ingiustizie, dolori e frustrazioni. La caduta del muro di Berlino, premessa indispensabile per la riunificazione della Germania e dell’orgoglio tedesco, metafora delle fine del comunismo e della contrapposizione dei blocchi in cui era diviso il pianeta, poneva fine alla “guerra fredda”.
Anche se l’allora presidente filocomunista Honecker disse di volere mantenere integra la sovranità della Ddr, quando diecimila tedeschi dell’est erano già fuggiti verso ovest per tentare la fortuna, gli ordini dall’Urss di Gorbaciov fecero cadere il muro e la vera e propria riunificazione tedesca avvenne il 3 ottobre 1990, riunificazione che viene a tutt’oggi ricordata come il capolavoro politico di Helmut Kohl.
Nacque così la “nuova” Germania, un popolo moderno, orgoglioso, leader, che dopo avere inglobato un paese comunista e avere ridotto al minimo le differenze tra tedeschi cons forzi economici di non poco conto, ha addirittura dato al paese ed all’Europa intera uno dei leader politici più abili e discussi dell’ultimo ventennio, Angela Merkel, e che ha rinnovato il mito di Berlino, non più solo capitale della Mitteleuropa, ma vero e proprio centro culturale e politico della nuova Unione Europea.
(6 novembre 2014)
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