di Daniele Santi
Thomas Eric Duncan, il liberiano ricoverato negli Stati Uniti per ebola, primo caso fuori dall’Africa, non è sopravvissuto all’attacco della malattia ed è morto mercoledì a Dallas, mentre un secondo paziente è sotto stretta osservazione dalle equipe mediche della città.
In Spagna le autorità mediche, che brillano evidentemente per intelligenza, hanno soppresso il cane dell’infermiera contagiata ed attualmente ricoverata in un ospedale di Madrid per ragioni di sicurezza non meglio specificate (“Non sapevamo dove metterlo”) dopo che il medico curante dell’ammalata aveva escluso che la paziente fosse affetta da ebola e dopo che l’ambulanza con la quale l’ammalata è stata ricoverata all’ospedale ha trasportato altre sette persone in ospedale che nessuno pensasse a disinfettarla!
Sicuramente era il cane il colpevole da sopprimere.
La superficialità degli addetti alla sicurezza sanitaria spagnola è spaventosa, e le autorità pensano a sopprimere il cane dell’ammalata che speriamo farà loro causa se riuscirà a sconfiggere il virus. Ora sono sei in più le persone in isolamento in ospedale.
In Guinea gli addetti allo spostamento e cremazione dei cadaveri dei morti per ebola sono scesi in sciopero [sic] perché da due settimane non sono pagati dal governo. Intervistato da Rainews24, uno di loro ha dichiarato che non gli importa nulla “se i cadaveri invadono le strade”, se il governo non paga “noi sciopereremo”.
Questo imbecille, non per negargli il diritto di sciopero naturalmente, non si rende conto di quali conseguenze la sua decisione può essere portatrice, dato che in Guinea gli ammalati muoiono come mosche.
(9 ottobre 2014)
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