di Paolo M. Minciotti
Sexual Minorities Uganda, associazione che grazie alla legge antigay firmata dal presidente Museveni non potrà più lavorare nel paese, con i suoi membri che verranno probabilmente imprigionati, qualche mese fa aveva denunciato le manovre antigay di Scott Lively, evangelista ferocemente omofobo, estremista di destra, che ha tessuto rapporti, reti, ragnatele e intrighi per fomentare l’omofobia in Uganda: è anche grazie alle pressioni esercitate da lui e dai gruppi integralisti evangelisti che l’antigaybill, assurdo e crudele, è stato firmato.
Gli Stati Uniti permettono alle entità straniere che ritengono di avere subito danni ad cittadini americani in patria di potersi rivolgere alle autorità americane che, dopo avere verificato le accuse, si prenderanno la briga di fare i conti con il loro cittadino.
Da queste pagine abbiamo più volte denunciato come gli integralismi religiosi fossero alla base della campagne antigay che con sempre più ferocia, fomentate dall’orgoglio antioccidentale e dal razzismo, prendevano piede in Africa.
Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio, Uganda, Zimbabwe, Gambia, Camerun, sono solo alcuni degli stati che hanno approvato leggi di inaudita ferocia contro le persone omosessuali o i cui leader stanno radicalizzando la lotta antigay seminando odio e dirigendo l’aggressività della popolazione verso le persone omosessuali, così da far loro dimenticare i reali problemi dei paesi: corruzione, povertà, mancanza di risorse, lavoro, benessere goduto dalle oligarchie politiche.
Interessante sarebbe anche investigare realmente le responsabilità delle sette integraliste evangeliste di ultradestra americane che più o meno impunemente, fomentano l’odio contro le minoranze sessuali nel continente.
Se Obama battesse un colpo farebbe il suo dovere.
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