di Ahmed Naouali
I seguaci di Morsi hanno scatenato l’inferno nella giornata in cui la nuova Costituzione egiziana era sottoposta al voto: scontri, tafferugli, spari e 8 morti, sono il bilancio tragico di una giornata che doveva sancire una nuova partenza per l’Egitto.
Per garantire la sicurezza, il governo aveva (ed ha) dispiegato 160.000 soldati e 200.000 poliziotti in tutto il paese. Il voto per il referendum è previsto per il 14 e 15 gennaio.
Da parte sua il presidente ad-interim e ministro della Difesa Al-Sissi ha dichiarato di essere pronto a candidarsi alle elezioni presidenziali “se il popolo lo reclama” e se l’esercito sosterrà la sua candidatura.
L’Egitto è alle porte di una nuova dittatura.
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