di Giovanna Di Rosa
Dunque vediamo un po’. Jozef Wesolowski, che ha chiesto scusa [sic], è l’ex rappresentante diplomatico della Santa Sede nella Repubblica Dominicana ed è indagato per presunti abusi sessuali su minori.
Il diritto polacco prevede che il reato di abuso commesso dai suoi cittadini sia punito non sono all’estero, ma anche in patria ed i polacchi sono stati così determinati nel voler rispettare la norma che hanno firmato trattati in tal senso con quasi tutti i paesi del mondo. Ma il vaticano ha detto “niet”. Secondo un portavoce della procura polacca citato da Repubblica.it la santissima sede ha risposto che l’ex nunzio Wesolowski gode di immunità diplomatica e, in ogni caso, la Santa Sede non autorizza l’estradizione dei suoi cittadini.
L’ex nunzio rischia di essere processato da quattro diversi tribunali: due vaticani, quello della della Repubblica Domenicana e quelli della sua natìa Polonia, amaro destino che conferma come la sofferenza di un polacco sia la prova dell’estenza di dio.
E’ stato il capo della sala stampa di Bergoglio a confermare la richiesta della procura polacca, ma ha sottolineato che si tratta di una richiesta di informazioni e non di estradizione sottolineando che Jozef Wesolowski è già indagato dalla magistratura vaticana.
Impegnati come sono nell’accusare le coppie dello stesso sesso di distruggere il mondo, si erano dimenticati di tenerci al corrente, noi cittadini comuni, delle malefatte dei loro pretonzoli: perché nonostante il maquillage voluto del papa argentino il vaticano è sempre la patria dell’ insabbiamento degli scandali legati ai preti pedofili.
Se la carne è debole, le leggi terrene del Vaticano lo sono anche di più.
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