Le autorità nigeriane hanno approvato una legge che proibisce le manifestazioni di affetto in pubblico tra persone dello stesso sesso (non siamo informati se ai consaguinei sia permesso) e che proibisce il matrimonio omosessuale, anche se nessun nigeriano si è arrischiato a chiederne l’approvazione. Si chiama repressione preventiva e colpisce anche le associazioni LGTB.
I capi tribù nigeriani, ché chiamarli politici ci sembra esagerato, si sono rifugiati nella solita storia allucinante secondo la quale l’omosessualità sarebbe un fenomeno “importato” dall’occidente corrotto che non “esiste nella nostra cultura”. Se non ci fosse da piangere verrebbe da ridere.
Chi infrangerà la nuvoa legge rischierà fino a sette anni di carcere, quindici se si sposerà con una persona del suo stesso sesso (la legge è valida anche per i nigeriani residenti all’estero), dieci se dovesse appoggiare la suddetta unione.
C’at vegna un canchèr diceva Peppone a Don Camillo…
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