Vediamo un po’, quando il PD nacque dalle spurie di DS già PDS già PCI e da quelle della Margherita già Partito Popolare già DC, l’idea del buon Veltroni era quella di un partito all’americana, diciamo, come quello Democratico. Non avendo, diciamo, nessun Obama e nessun Clinton, ma molti D’Alema, cloni inclusi, la faccenda si faceva complicata. Il PD andó per altri lidi.
Quali? Quelli cari ai cattolici e agli ex comunisti (cattocomunisti, più integralisti dei cattolici), quelli che non hanno portato il partito da nessuna parte, che hanno svuotato le Feste dell’Unità (quelle di quest’anno sono state le meno frequentate della storia), quelli che hanno dato la presidenza alla Bindi, quelli che hanno portato i voti della CGIL alla Lega, quelli che meglio non parlare dello sfascio del PD, quelli che si è fatto fuori Fassino unico uomo politico del suo partito che ha vinto tutte (tutte!) le elezioni a cui ha pertecipato.
Renzi cosa rappresenta? Renzi rappresenta il trionfo del PD prossimo futuro in stile Democratici americani tanto cari a Veltroni: per questo lo odiano. Renzi mette insieme giovani, vecchi, mezze età, uomini, donne, sedicenni (leggetevi la cronaca di Concita De Gregorio su Repubblica), neomaggiorenni. Renzi è trasversale, ma non in senso ideologico. Renzi non ha una ideologia, ha un progetto di futuro. A chi dice che con Renzi il PD si sposterà verso destra rispondiamo che verso destra il PD si è già spostato qualche anno fa, rinunciando a entrare nel gruppo socialista al Parlamento Europeo (grazie a Rutelli) e rinunciando a molti dei suoi valori fondanti.
Potremmo dire di più: se il PD si è spostato a destra lo si deve a D’Alema e ai suoi cloni, Bersani è solo l’ultimo, e al dominio dell’ala cattolica del partito (che a numeri non funziona, ma a ricatti sí). La deriva ”destrista” del PD è avvenuta per mancanza di coraggio, (di coglioni, no: il partito ne è pieno), per mancanza di decisione, per non voler seguire í suggerimenti della sua base. Oggi Renzi rappresenta la possibilità di ”svecchiare” il PD in maniera seria, duratura. Come scrive Ivan Scalfarotto nel suo blog l’anima riformista del PD è il programma di Renzi, un programma schiettamente riformista, che parla senza equivoci a tutti i riformisti.
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