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”Chiudiamo i gay in un recinto e lasciamoli morire”, rock’n’roll

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Lui è Charles Worley, un pastore battista americano, la cui compassione si evince dalle parole d’amore che pronunciano le sue sante labbra: chiudere i gay in un recinto e lasciarli morire, ”senza riprodursi si estingueranno”. Una fortuna che non tocca ai pericolosi imbecilli che incitano all’odio.

Dire che questa gentaglia è partorita da copppie eterosessuali esattamente come i gay equivarrebbe a fomentare l’odio, cosa che non vogliamo fare, ciòche sì vogliamo sottolineare è che se c’è un collettivo che solo e sempre ha lavorato per una vita armoniosa di tutti e tutte quello è il collettivo lgtb, che ha potuto ottenere una quasi-parità di diritti attraverso la lotta non violenta, parole di pace e pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane: omicidi omofobi, suicidi per omofobia, transfobia, violenze fisiche e psicologiche, deportazioni.

Che un pastore religioso dica cose come questa: ”Costruiamo un grande recinto… mettiamoci dentro tutte le lesbiche e lanciamo dall’alto il cibo. Facciamo lo stesso anche con i gay ma assicuriamoci che le recinzioni  siano elettrificate in modo che non possano uscire… dopo pochi anni moriranno, non potendosi riprodurre”, stupisce anche poco. Stupisce, e inquieta, che ci sia chi lo ascolta.

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