Bernardo Bellotto, il Canaletto delle corti europee, un viaggio tra i dipinti che hanno fermato il tempo. Questo il lungo titolo iperesplicativo della mostra presentata il 9 Novembre a Conegliano, e che resterà aperta fino al 15 Aprile 2012 a Palazzo Sarcinelli.
Il primo quesito che mi sono posto, ancora molti mesi fa quando mi arrivarono i primi comunicati, era: ”Perché Bellotto a Conegliano?”, e in effetti non c’è risposta esauriente, siccome il pittore non ha un legame con questa piccola città gioiello, ma perchè no, visto che si tratta di un grande pittore; certo lo scorso anno, l’occasione dedicata a Cima da Conegliano (appunto!) era stata motivata ed importantissima.
In questo caso direi che l’esiguità degli spazi ha comportato scelte che tarpano un poco le ali, per quanto i prestiti siano importanti, e dai più importanti musei d’Europa. Il secondo sottotitolo è esemplificato dalla prima sala iconografica che raffronta vedute dell’artista, fotografie dei luoghi prima dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, immagini dei monumenti bombardati, e finalmente, di quelli ricostruiti, grazie allo studio delle dettagliatissime vedute di Bellotto. La mostra espone trentadue opere del dedicatario ed altre trenta di artisti coevi, così come disegni ed incisioni, peraltro di altissima qualità, provenienti dalla Collezione Bertorelli, da Bologna e da Dresda.
I nomi presenti sono, oltre ad Antonio Canal, zio del nostro, Michele Marieschi, Antonio Visentini, Luca Carlevajis. Il percorso espositivo parte efettivamente narrando il viaggio di zio e nipote nell’entroterra, attraverso incisioni di Gianfrancesco Costa, e poi presentando alcune opere “di famiglia”, sino a cogliere l’nizio di quello stile tipico precipuo che contraddistingue il vedutista, forse, più importante del secolo , quella sorta di caratterizzazione e ” personalizzazione” del paesaggio, quasi a farne un ritratto e cogliendo con sempre maggiore attenzione il dato umano che lo abita. La mostra propone raffronti interessantissimi come PIRNA DALLA RIVA DESTRA DELL’ELBA ed IL SOBBORGO DEI BARCAIOLI A PIRNA, entrambi dalla Gemaldegalerie di Dresda, in cui la grande veduta d’insieme della prima tela, nella seconda vede ingrandito un particolare della stessa, con un vero effetto di zoom fotografico. Puntuali anche i raffronti fra grafica e dipinti, sugli stessi soggetti rappresentati. Il curatore, il professor Dario Succi parla di “razionalismo illuminato” si, con l’uso delle camere ottiche che tutti utilizzavano, ma on una marcia in più In conclusione, mostra lodevole negli intenti, e nei suggerimenti, direi, ma che lascia come l’impressione di una certa limitatezza, certo dovuta agli spazi. Ben altro furono le mostre del Museo Correr di alcuni anni or sono, e molti anni fa, invece, alla Fondazione Cini, espressamente su Bellotto e Varsavia. Accuratissimo, ancora una volta, il catalogo curato da Marsilio.
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