di Daniele Santi
Il buon vecchio Donald, che i buonissimi amici chiamano lo Zio Sam d’America, quello che provvede alla vita presente e forse anche a quella futura, lo hanno chiamato “Taco”. Si sono spinti molto oltre, quei mattacchioni dei suoi avversari. Tanto oltre che quando Donald Zio Sam presidente pro tempore che si sente eterno lancia i suoi dazi per odio e poi rincula commentano: “It’s raining tacos”, piovono tacos.
Taco è un acronimo irriverente quanto veritiero: “Trump always chickens out”, che si traduce letteralmente con “Trump se la fa sotto” o, per chi ama il tradurre politicamente corretto, (ma non era parte dell’odiata cultura woke?) “Trump si tira sempre indietro”.
E’ incazzato nero, il presidente pro-tempore che si sente eterno. E questi comunisti mistificatori che hanno infettato l’America – da Harvard al quinto potere alla magistratura che gli dà torto – hanno colto nel segno. Tanto da far sospettare poco chiare manovre di borsa tra sbalzi e rimbalzi. Del resto non si poteva trovare una presa in giro più azzeccata per l’uomo che odia i messicani quasi quanto odia l’UE: taco è il tipo i nomignolo che Trump stesso userebbe per deridere il primo messicana che gli capita a tiro. Perché il Taco Supremo che tiene conferenze stampa a ripetizione di dubbia utilità, con il suo tipico eloquio testa-piegata-a-sinistra (evidentemente per sembrare più convincente nel suo sputare tacos) ha fatto decine e decine di annunci nei 150 giorni che hanno distrutto gli Stati Uniti, salvo dire che il suo MAGA solo serve a lui. Diventato, dal suo insediamento, ogni giorno più ricco.
I cittadini USA, pragmatici e opportunisti come al solito, sono già state coniate magliette e gadget. Segno del successo del Trump always chickens out.
(31 maggio 2025)
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