di Daniele Santi, #Polonia
Il neonazismo polacco di stampo integralista-religioso che aborre l’accoglienza e che, in pochi anni, dopo essere andato al potere parlando di libertà e vincendo libere elezioni ed avere poi accorpato nelle mani di chi detiene del partito al potere tutti i poteri dello stato, politico giudiziario e legislativo, si è impegnato nella dura battaglia di rendere dura la vita ai migranti, alle donne, naturalmente a persone LGBTI, e a consentire le manifestazioni neonaziste perché “manifestazioni di stato”, nell’involuzione democratico-illiberale insomma, sta dando il meglio di sé.
Assistito in questo momentaccio dalle indecisioni dell’UE i cui organi dovevano intervenire prima, anche con procedure di espulsione, perché il gioco di Ungheria e Polonia (Slovenia e Slovacchia stanno solo apparentemente a guardare) era chiarissimo fin dalla prima mossa, indecisioni utili ai Popolari europei che dei voti di quei partiti di governo, partiti cari anche alle pulsioni di Salvini e Meloni che politicamente li abbracciano, facevano comodo, il governo polacco fa quello che vuole con la vita delle persone.
Così mentre la Bielorussia, ben consigliata e spinta chissà da chi, spinge orde di migranti verso la Polonia, con formazioni di stampo neonazista e o neofascista riescono a rendere impossibile il sonno ai profughi, costretti a cercare di dormire all’aperto continuamente interrotti nel loro disumano riposo da sirene, camionette, moto rombanti, e ruggire di motori, il governo-vergogna tace e non fa nulla. Autorizza però le manifestazioni nere come la pece al gelo incoraggiati dal governo vergogna e lascia che quaranta poliziotti pestino un ragazzo che ha parlato ad una manifestazione autorizzata di “diritti LGBTI” (servizio di Piazza Pulita del 18 novembre scorso).
Poi ci sono i contadini e le persone semplici, quelle che l’umanità la conoscono perché la praticano (o la praticano proprio perché la conoscono), quelli che l’umanità insomma ce l’hanno che lasciando accesa una lanterna verde dentro la loro casa comunicano ai profughi, in sfregio ai potenti e ai razzisti neri, che nella loro casa c’è posto, che troveranno accoglienza, un pasto caldo, un po’ d’aiuto e un po’ di calore umano. E, anche questa volta, tocca stare dalla parte delle lanterne verdi di fronte ad un imbarbarimento morale disgustoso agito in nome di credenze religiose distorte e devastate dall’avidità e dall’odio. Come quel prete (ci riferiamo sempre al servizio de La 7) che delira il suo cristianissimo “non si può volere bene a tutti”.
(19 novembre 2021)
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