Il presidente americano, Donald Trump, dopo avere annunciato in diverse occasioni di essere un eroe che ha fermato otto guerre (ma nessuno sa quali siano state, almeno tutto ciò che era guerra un anno fa lo è ancora, Gaza inclusa) ha annunciato che gli USA di cui è comandante in campo ha lanciato “una rappresaglia molto seria” contro il sedicente stato islamico (Isis) in Siria. L’attacco a seguito di un’azione dei terroristi che ha provocato la morte di tre americani. Ammazzati almeno cinque membri dell’Isis, tra cui il leader di una cellula, nella provincia di Deir Ezzor, nella Siria orientale. Annunciamo che anche se non si chiamano guerre, le rappresaglie ammazzano la gente. E non si chiamano pace. Parola con la quale il presidente boccalone si riempie spesso la bocca. Si fa notare altresì, per amore di precisetti, che lo stato islamico era stato dichiarato sconfitto, svanito, distrutto, almeno cinque anni fa. Con quanta grazia ci prendono per il culo, vero?
Trump, con il suo solito eloquio da lavandaia, ha dichiarato che “gli Stati Uniti stanno infliggendo una rappresaglia molto seria, proprio come promesso, ai terroristi assassini responsabili”; la garbata dichiarazione sul suo social network Truth.
L’esercito statunitense avrebbe colpito, secondo il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM), “oltre 700 obiettivi in diverse località della Siria centrale con aerei da combattimento, elicotteri e artiglieria”. Dunque, considerando che settecento postazione non si costruiscono in tre giorni, la sconfitta dello stato islamico era una delle tante bufale costruite ad hoc. Con quanta grazie ci stanno prendendo per il culo.
Si attendono nuove notizie su altre guerre, guerriglie e guerriglieri ridotti alla pace dal presidente più arguto che la storia degli USA ricordi.
(21 dicembre 2025)
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