di G.G.
Mentre trionfano i conti della trionfante Mediaset for Europe, e dopo averli sciorinati, Piersilvio Berlusconi fa un accenno niente affatto lieve alla politica di casa nostra. Lo fa con quel suo modo che sembra sempre non stia dicendo nulla, un po’ come l’augusta sorella, la Marina. Parla di politica, della premier Giorgia Meloni, “brava nei rapporti con l’estero” e “apprezzata a livello internazionale”, e ci mette in mezzo Forza Italia, che va rinnovata, e non ci va giù leggerissimo. Anzi.
“Ho gratitudine vera per Tajani, ha mantenuto in piedi il partito dopo la scomparsa di papà. Ma ritengo che siano necessarie facce e idee nuove, e un programma rinnovato che però non metta in discussione i valori di Silvio Berlusconi. Ma i valori vanno portati alla realtà del 2025. Intendiamoci, il rinnovamento è generale, penso che si debbano rinnovare i volti della politica come quelli dell’imprenditoria”.
A qualcuno verrà un coccolone, perché le spinte pro-Putin di Salvini e ciò che su Forza Italia i Berluscones hanno già detto – era il luglio 2025 e Piersivlio aveva già sganciato la bomba atomica – impediranno ad Antonio Tajani, attuale presidente del partito sempre più in scadenza, di passare un natale tranquillo. Anche perché nel febbraio 2025 era stata la volta di Marina Berlusconi che aveva gettato nel panico la maggioranza di Governo lanciando messaggi a Tajani e Meloni, con un vero e proprio un vero proprio ordine di servizio che invitava a seguire la linea delle libertà che aveva in mente il fondatore del partito. Destinatari in primis, Tajani e il resto di Forza Italia, e al seguito il resto del governo. Aveva addirittura pronunciato le maledette parole diritti e LGBTI e nessuno aveva aperto bocca. Primo a tacere Antonio Tajani. Quindi un po’ di silenzio prima del nuovo attacco dei Berluscones. La solfa è sempre la stessa: facce nuove, rinnovamento, facce nuove. Che non è esattamente ciò che succede nell’inguardabile (ci scuserà il Piersilvio, ma questo pensiamo) intrattenimento Mediaset. Ma in politica è un’altra cosa.
E poi, da Piersilvio Berlusconi e non da Meloni, una risposta a Trump. Indiretta e non politica, ma in Italia chi ha orecchie per intendere intenderà: “In un’economia globale con grandi squilibri tra le grandi potenze, i poveri singoli Paesi in Europa rischiano di non avere un futuro. L’Europa deve riuscire a resistere, a difendersi e a trovare intese”.
Poi disillude i fans – potenziali, in pectore e quelli che lo osannano, ma lo odiamo – “La politica? Tutte le mie energie sono dedicate a Mfe (Mediaset for Europe) e alla mia famiglia, che è al centro della mia vita. Quindi non c’è spazio per altri impegni”. Ma poi avvisa che “è naturale che io e mia sorella Marina ci appassioniamo al destino di Forza Italia” che è “uno dei lasciti di mio padre. Chi fa l’imprenditore non può essere lontano dalla politica”.
Ecco Tajani avvisato. E con lui tutti gli altri.
E poco prima di andarci giù di pialla, Mediaset si era comprata Radio Norba ampliando così il già amplio network di Radio Mediaset con l’acquisizione di Radio Norba, emittente di riferimento nel Sud Italia. Radio Mediaset già riunisce Radio 105, Virgin Radio, R101, Radio Monte Carlo e Radio Subasio – intende rafforzare così il suo status di primo gruppo radiofonico italiano per ascolti, con il 42.9% nel giorno medio. Mai si è vista una simile sempre più preoccupante concentrazione di potere mediatico ai servizi di un solo gruppo che, per di più, ha un proprio partito di riferimento a reggere il moccolo a un governo che va sempre più a destra.
Perché una cosa è quello che si dice, un’altra è quello che si fa.
(11 dicembre 2025)
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