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Va detto che “Vogliono dividerci con la cultura woke” nel suo delirio ha una sua certa genialità…

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di Giovanna Di Rosa

Amplificata prima dalle tre reti Rai, più le Radio Rai, più i numerosi quotidiani amici, galassia nota ai comunisti malpensanti come Tele Meloni Network; ulteriormente regalata alla gerontoplatea delle reti Mediaset leggerissimamente deragliate in Tele Trump ad uso filo-americano come se piovesse, è diventata subito di dominio pubblico la nuova dichiarazione della presidente del Consiglio ad uso genuflessione agli USA: “Vogliono dividerci con la cultura woke, ma non ci riusciranno”.

La cosiddetta cultura woke, va detto, non esiste.

E’ frutto della propaganda di quelli che oggi si lamentano della violenza dei toni e che prima contestavano di non potere essere violenti nei toni a causa di una politiccaly correctness che imponeva di manifestare un certo rispetto, per quanto finto, per quanto insopportabilmente finto, nelle dichiarazioni contro i propri avversari. La cultura woke è quell’enorme inesistente panzana inventata da quell’altro geniale e delirante presidente che voleva il Nobel per la Pace per essere stato fautore della pace a Gaza dove stanno già sparando e ammazzandosi di nuovo dopo tre giorni – per colpa di Hamas dicono i più, ma a uccidere un bambino di 11 anni palestinese e a fornire poi speigazioni da minus habens erano stati quelli dell’esercito israeliano, e non Hamas.

E’ quella propaganda per cui le destre estremiste si inventano un mondo che non c’è per poter rendere vero un mondo che non c’è attraverso la manipolazione dell’informazione che crea pericoli che non esistono affinché la popolazione che ci casca li lasci lavorare alla creazione del loro progetto di dominio evocando mostri inesistenti: come la cultura woke.

Dunque l’inesistente cultura woke citata strumentalmente dalla presidente del Consiglio del Governo Meloni che ha appena varato l’ennesimo documento finanziario che taglia tutto il tagliabile senza aggiungere un euro alle retribuzioni dei poveracci, è ancora una volta quella specie di mantello di Harry Potter dietro al quale il maghetto diventava invisibile.

Certamente quel piglio da generalessa che lancia i suoi strali alla truppa delegittimando i nemici a suon di inesistenti pericoli comincia a diventare esilarante (e stantìò, e inutile) perché Meloni è nella fase del giro di boa: cioè quella in cui il paese si sveglia e all’arrampicarsi sugli specchi gridando quel che si può perché non c’è altro modo di tenersi in piedi (a parte indubbi meriti come quello di rientrare sotto il 3% del rapporto deficit/Pil, ma non per capacità, essendo stati obbligati e mentre si è attaccati persino da Le Pen) non ci crede più.

E tutto è sempre più vicino al delirio di onnipotenza e sempre meno aderente alla realtà delle cose: l’Italia è sempre più povera, se non ci fossero gli euro del PNRR (portati da Conte) gli investimenti sarebbero completamente fermi, la produzione industriale è ferma (se non in calo) da 32 mesi, l’energia è diventata così cara che persino in Confindustria sono incazzati neri e lei non trova di meglio che riempirsi la bocca di cultura woke che non esiste, per difendere Trump mentre lui devasta l’Italia e l’economia mondiale coi dazi. Ci faccia il piacere.

 

 

(19 ottobre 2025)

©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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