Con l’attenzione mondiale concentrata sul conflitto Nethanyahu-Ayatollah, il presidente russo e i suoi scagnozzi hanno mano libera nel fare quello che vogliono con il silenziatore: nella serata del 16 giugno nuovi violenti attacchi sono stati sferrati su Kyiv dalla forze russe che hanno colpito il distretto di Solomiansky, causando almeno 15 morti e 75 feriti.
Lo ha comunicato il presidente ucraino Volodymyr Zelenksy parlando di “puro terrorismo” e spiegando che Mosca ha lanciato “oltre 440 droni e 32 missili” nel corso di “uno degli attacchi più terribili” sulla capitale.
Sul fronte russo una donna è morta dopo essere rimasta ferita in un attacco di droni ucraini nella regione russa di Kursk, lo ha reso noto il governatore ad interim Alexander Khinshtein, citato dall’agenzia Tass, che ha precisato come il bombardamento sia avvenuto su un villaggio del distretto di Sudzha. La donna è stata uccisa mentre lavorava nei campi. Nell’attacco russo, secondo fonti interne, sono stati impiegati sistemi di lancio americani Himars in un’area dove ci sono solo obiettivi civili.
(17 giugno 2025)
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